Veneto-Banca
ANSA/AP Photo/Antonio Calanni
Economia

Banche Venete, cos’è e come funziona la Bad Bank

Una società-veicolo erediterà dalla Popolare Vicenza e da Veneto Banca crediti deteriorati per circa 18 miliardi di euro

Una società nuova, creata ad hoc soltanto per ereditare i prestiti sofferenti. Ecco, in sintesi, l’identikit della Bad Bank, l’entità che nascerà a breve per salvare le Banche Venete (Veneto Banca e la Popolare di Vicenza), due istituti in crisi da tempo, che hanno quasi 10 miliardi di crediti deteriorati da smaltire.


La vendita a Intesa Sanpaolo

Come sa bene chi ha seguito in questi giorni le cronache delle Banche Venete, ieri Intesa Sanpaolo si è dichiarata disponibile a rilevare entrambe gli istituti, fissando però dei paletti ben precisi. In particolare, Intesa Sanpaolo ha chiesto di rilevare solo le attività sane delle Banche Venete, separandole dai prestiti deteriorati.

E' proprio per questa  ragione che nascerà la Bad Bank, una società-veicolo da mettere in liquidazione che si ritroverà in pancia, come attività iscritte a bilancio, ben 9,5 miliardi di euro di crediti deteriorati. A questi, secondo quanto riporta il Sole24Ore, potrebbero aggiungersi altri 8-10 miliardi di prestiti che non sono ancora in sofferenza ma che potrebbero diventare problematici in futuro.

Arca Fondi e le altre

Infine, nella Bad Bank dovrebbero confluire anche le quote di una serie di società controllate o partecipate come Arca Fondi, Bim (Banca Intermobiliare) o Cattolica Assicurazioni. A quel punto, la società-veicolo verrà liquidata pezzo per pezzo.



Prima verranno cedute le partecipazioni più facili da vendere come quelle in Arca, che finirà nell’orbita della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La parte più critica sarà nel togliersi di mezzo i crediti deteriorati che probabilmente dovranno essere cartolarizzati, cioè “impacchettati” e trasformati in titoli finanziari da vendere sul mercato.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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