Volkswagen
ANSA / EPA / Omer Messinger
Economia

Auto elettrica: con Volkswagen in campo, la sfida si fa globale

Dopo l’annuncio della casa di Wolfsburg di voler puntare in futuro su veicoli a batteria, ecco come potrebbe cambiare lo scenario produttivo mondiale

L’annuncio arrivato in queste ore dalla Volkswagen di voler puntare tutto sull’auto elettrica ha generato una scossa nell’intero settore dell’automotive. Per bocca del suo amministratore delegato Matthias Müller infatti, la casa di Wolfsburg ha fatto sapere che entro il 2022 ben 16 fabbriche del gruppo saranno dedicate alla produzione di vetture a batterie.

Non solo, gradualmente verranno presentati sul mercato sempre nuovi modelli ad alimentazione elettrica, con un programma che dal 2019 prevederà il lancio ogni mese di una novità. Ma se uno dei più grandi produttori mondiali di auto decide di investire in maniera così massiccia sull’elettrico, allora vuol dire che questo modello di alimentazione viene giudicato davvero quello del futuro.

Con una sfida che a questo punto diventa globale, visto che l’espansione delle auto a batteria riguarda in maniera uniforme un po’ tutte le parti del mondo. E i numeri in questo senso confermano questo trend.

Dalla Cina, agli Usa, dall’Europa all’India

Nel mondo circolano attualmente più di 2 milioni di veicoli elettrici, grazie al boom che c’è stato soprattutto nel 2016 anno in cui sono state immatricolate oltre 750mila unità con questa tipologia di propulsione (erano state 547.220 nel 2015).

È quanto risulta da un recente rapporto dell'International energy agency (Iea) che sottolinea come, nonostante la forte crescita (+60 per cento) al momento comunque i veicoli totalmente elettrici costituiscano ancora solo lo 0,2 per cento del parco circolante mondiale. Una constatazione che, se si guarda al bicchiere mezzo pieno, significa potenzialità di crescita enormi.

A livello di mercati, la Cina ha sorpassato nel 2016 gli Stati Uniti per acquisti di veicoli elettrici, raggiungendo una diffusione dell'1,5 per cento sul parco complessivo e assorbendo il 40 per cento di tutte le vendite. La Iea fa anche notare che in Cina circolano 200milioni di mezzi elettrici a due ruote, fra 2 e 4 milioni di auto elettriche a bassa velocità e più di 300mila autobus elettrici, che non vengono però computati in queste statistiche.

In Usa 159.139 consegne (+37 per cento) hanno permesso di raggiungere una quota dell'1,13 per cento (nelle passenger car), mentre in Europa è confermata l'importanza della Norvegia (dove le auto elettriche sono al 29 per cento del mercato totale), seguita da Olanda (6,4 per cento) e Svezia (3,4 per cento).

Da notare infine che recentemente anche un colosso mondiale come l’India, ha annunciato di voler investire sulle auto a batteria, puntando a diventare un Paese a mobilità totalmente elettrica entro il 2030.

Vw, apripista dei grandi marchi

In un contesto di questo tipo, è ovvio che l’annuncio di Volkswagen rappresenti una sorta di spartiacque epocale, per un settore produttivo nel quale finora avevano primeggiato soggetti di nicchia come ad esempio Tesla. E proprio quest’ultima rischia di perdere quella sorta di monopolio che aveva finora, soprattutto sull’alto di gamma.

L’arrivo della Volkswagen infatti, che potrà inserirsi agilmente in tutte le gamme di mercato, genererà certamente un aumento della concorrenza, con prezzi prevedibilmente in discesa, e margini di profitto quindi più ridotti per la creatura di Elon Musk. Senza contare che ovviamente, sulla falsariga di quanto programmato dalla casa di Wolfsburg, anche altri costruttori potrebbero decidere di puntare più decisamente sull’elettrico.

D’altronde, in questi mesi non sono mancati annunci già in questo, che vanno da Volvo a Porsche, da Toyota a Bmw passando per Daimler. Finora però erano state prese di posizione caute, ma ora lo scatto in avanti di Volkswagen potrebbe accelerare i piani di tutte le altre case costruttrici. Insomma, potremmo essere agli albori di una vera e propria rivoluzione della mobilità, che tra l’altro in Germania è stata benedetta anche dal partito dei Verdi.

E chissà che allora anche Sergio Marchionne, che da sempre si dichiara scettico sulle reali possibilità di affermazione dell’elettrico, non dovrà ricredersi instradando anche Fca su questa che appare la corsia preferenziale del futuro. O forse dovrà pensarci il suo successore alla guida del gruppo italo-americano...

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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