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ANSA/CLAUDIO PERI
Economia

Atlantia-Abertis, tutti i numeri di una fusione da record

Dall’aggregazione delle due società di infrastrutture nascerebbe, tra l’altro, il primo operatore di autostrade al mondo

Sono numeri decisamente da record quelli che riguardano l'ormai imminente fusione tra Atlantia, la società che tra le altre cose in Italia controlla Autostrade per l'Italia, e Abertis, una sorta di omologa spagnola che vanta partecipazioni in infrastrutture dislocate in numerose parti del mondo. Atlantia infatti ha lanciato un'Opas, Offerta pubblica di acquisto e scambio, del valore di 16,5 euro per azione in contanti. Un'operazione da 16,3 miliardi di euro che punta ad ottenere il 100% della società iberica. L'obiettivo è quello di creare un vero e proprio colosso mondiale delle infrastrutture. Per capirne le caratteristiche e per comprendere quale sarà il ruolo che il nuovo soggetto societario potrà giocare a livello internazionale, è bene però partire raccontando chi sono le due aziende che stanno dando vita a questa maxi operazione finanziaria.

Chi è Atlantia
Dal 2007, la vecchia Società Autostrade ha preso il nome di Atlantia, una holding di partecipazioni nel campo infrastrutturale controllata, da un punto di vista azionario, dal Gruppo Benetton. La nuova società continua a controllare il 100% di Autostrade per l'Italia che, con circa 3.000 km, è la maggiore concessionaria di costruzione e gestione di autostrade non solo in Italia, ma anche in Europa. Nell'ambito di una precisa strategia di espansione poi, nel 2012 Atlantia, guidata attualmente dall'amministratore delegato Giovanni Castellucci, ha realizzato una joint venture in Brasile con il gruppo Bertin che controlla circa 1.500 chilometri di rete autostradale concentrata nell'area di San Paolo. Inoltre, allargando il fronte delle infrastrutture gestite, dal 2013 grazie alla fusione per incorporazione di Gemina, Atlantia è divenuta anche azionista di maggioranza della società A.d.R. (Aeroporti di Roma). Secondo gli ultimi dati aggiornati, il gruppo registra un fatturato complessivo di poco superiore ai 4 miliardi di euro, con un utile di 900 milioni.

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Chi è Abertis
Abertis Infraestructuras è una società spagnola con sede a Barcellona, che a oggi gestisce circa 8.300 km di autostrade distribuiti in ben 14 Paesi: Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Cile, Brasile, Colombia, Argentina, Stati Uniti, Porto Rico, Canada, India, Usa e Croazia. Gli ultimi dati di bilancio, riferiti al primo trimestre 2017, descrivono una società in grande crescita, con ricavi in salita del 18% a circa 1,3 miliardi di euro e un utile netto a quota 130 milioni (+13%). Attualmente il maggior azionista del Gruppo è la cassa di risparmio di Barcellona Caixa con il 22,5%, seguita dai fondi Capital group, Blackrock e Lazard che hanno quote minori. La società spagnola fa registrare il 25% dei propri ricavi in Spagna, circa il 27% in Sud America e il 34% in Francia, dove tra l'altro gestisce anche l'Aeroporto di Nizza.

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Perché è importante questa fusione
L'obiettivo a cui puntano i management di Atlantia e Abertis è decisamente ambizioso; dalla fusione delle due società infatti, nascerà un colosso che sarà leader mondiale nella gestione delle infrastrutture di trasporto con un portafoglio di asset in ben 19 paesi. Tra l'altro, con più di 14mila km di autostrade il nuovo gruppo sarà il principale operatore di autostrade nel mondo con investimenti valutati, secondo i dati riferiti al 2016, in 2,4 miliardi di euro. Bisognerà tenere poi conto anche del settore aereo, che diventerà senza dubbio un core business della nuova società, potendo contare su circa 60 milioni di passeggeri negli aeroporti di Roma e Nizza. A completare un quadro quanto mai promettente nel caso la fusione dovesse andare in porto, come d'altronde tutti si attendono, ci sono i 36 miliardi di euro capitalizzazione del nuovo soggetto che nascerà in aggiunta ai 2,2 miliardi di utili stimati per il 2017.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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