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ANSA/ GIANNI LETTIERI
Economia

Antitrust e corrente elettrica: perché Enel, Acea e A2a sono sotto inchiesta

Secondo l’accusa i tre operatori avrebbero sfruttato la loro posizione attuale per spingere i clienti dal mercato tutelato della luce a quello libero

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, la cosiddetta Antitrust, ha aperto delle indagini nei confronti di Enel, Acea e A2a, colpevoli secondo l’accusa, di aver sfruttato la propria posizione di distributori e fornitori di corrente elettrica, per spingere i propri clienti a passare dall’attuale mercato tutelato della luce a quello libero. Si tratta di un’istruttoria che appare molto seria, visto che l’Antitrust, avvalendosi di ufficiali della Guardia di Finanza, tra le altre cose, ha eseguito anche delle perquisizioni nelle sedi dei tre operatori per acquisire la necessaria documentazione a conferma della tesi accusatoria.

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Concorrenza sleale
Le tre indagini contro Enel, Acea e A2a sono nate dalle segnalazioni che l’Antitrust ha ricevuto da concorrenti, che appunto mettevano in risalto il comportamento scorretto tenuto dai tre operatori. In particolare, la strategia delle tre aziende finita sotto accusa, prevedeva, per i propri clienti, di anticipare i tempi del passaggio al libero mercato, che secondo gli ultimi aggiornamenti dovrebbe scattare a giugno 2019. Da qui a quella data infatti, altri operatori dovrebbero poter entrare sul mercato, ma lo farebbero con un “bagaglio” di informazioni sui clienti nettamente inferiore a chi ne ha gestiti a milioni fino ad oggi. Ed è proprio questo il punto che l’Antitrust vorrà appurare cioè se lo sfruttamento commerciale di informazioni anagrafiche e di fatturazione dei clienti serviti finora  in regime di tutela, possa essere stato impropriamente utilizzato per spingere questi ultimi a passare fin d’ora al nuovo regime del mercato libero.

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Una posizione di forza
Tra l’altro, la posizione di forza dei tre operatori messi sotto accusa, ovvero Enel che serve gran parte del territorio nazionale, Acea che opera su Roma, e A2a che invece garantisce il proprio servizio a Milano, è rafforzata dal fatto che essi, come già accennato, oltre ad essere rivenditori di energia elettrica, sono anche distributori della materia prima. In questo modo, si sarebbero create anche le condizioni, in alcuni casi specificatamente denunciate, di attività di discredito dei futuri operatori che invece entreranno sul mercato come soli rivenditori finali. Tra l’altro a prendere posizione contro le tre società indagate è stata la stessa Aiget, l’associazione che a livello nazionale riunisce i trader di energia. Un elemento questo che rende, se possibile, ancora più seria la faccenda. Ora Enel, Acea e A2a avranno comunque 60 giorni di tempo per presentare le proprie valutazioni, prima che l’Antitrust assuma la propria decisione finale.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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