Alitalia-Easyjet, la battaglia su Linate continua
Economia

Alitalia-Easyjet, la battaglia su Linate continua

Ecco perché il Consiglio di Stato ha sospeso la cessione degli slot di Alitalia al vettore low cost

Alitalia respira. Easyjet cambia i piani. Il vettore inglese low cost contava di decollare sulla tratta Milano Roma da Linate e Fiumicino dal prossimo gennaio, ma la sospensiva concessa ieri dal Consiglio di Stato rimescola ancora le carte su quella che è considerata la “madre di tutte le rotte nazionali”.

Qui comincia la fortuna di Alitalia, qui comincia la concorrenza con i treni veloci, qui è cominciata la battaglia di Easyjet contro quello che ritiene un monopolio della compagnia di bandiera. Questa la ragione del ricorso all'Antitrust e poi al Tar , vinto poco tempo fa dalla compagnia britannica con l’assegnazione d’imperio di 7 slot e ieri “congelata” dalla decisione del Consiglio di Stato.

Che succede ora? Di fatto il Consiglio di Stato, su ricorso di Alitalia che ha impugnato la prima sentenza sfavorevole del Tribunale amministrativo di Roma, ha sospeso la precedente decisione che apriva la tratta anche al business di Easyjet. Il Consiglio si è preso insomma un po' tempo per esaminare una questione molto delicata, su cui insistono forti interessi economici. La nuova sentenza di merito è attesa per il prossimo 22 gennaio. Una data non troppo lontana, ma che scombussola i piani della concorrenza. Easyjet infatti, aveva annunciato la partenza dei primi voli già dall’inizio del 2013.

La nota è dolente. In gioco ci sono investimenti, strategie, obiettivi di business su una delle rotte più trafficate d’Italia e che AlitaliaCai ha sempre difeso a denti stretti, dal treno prima e dalla concorrenza dei vettori low cost dopo. A suo tempo infatti, per restare competitiva, Alitalia vi aveva investito una trentina di milioni per assicurarsi il passaggio rapido al check in, salette di attesa riservate e altri servizi preziosi per la clientela business.

Si trattava di una strategia ben precisa, mirata a sostenere la concorrenza dei treni veloci, che nel tempo ha eroso alla compagnia aerea circa il 40 per cento del mercato. È proprio a causa di questa concorrenza che Alitalia ha sempre sostenuto in giudizio di non sfruttare alcuna posizione di monopolio sulla tratta. Ormai da considerare non più soltanto aerea.
Queste motivazioni comunque, in passato non sono comunque bastate per volgere a suo vantaggio il procedimento per posizione dominante avviato dall’Antitrust e chiuso il 17 aprile con l’ordine ad Alitalia di liberare e cedere 7 slot. La compagnia aveva poi impugnato la decisione con un ricorso al Tar, che però il 5 luglio aveva negato la sospensiva e imposto di nuovo di consegnare gli slot entro il 17 luglio. A ottobre era arrivata anche la bocciatura del ricorso con giudizio di merito e a chiudere il tutto, lo scorso 25 ottobre l’Antitrust aveva individuato in Easyjet la compagnia con le caratteristiche giuste per utilizzare gli slot contesi.

Ora, la nuova puntata davanti al Consiglio di Stato. Che Easyjet commenta così: “Abbiamo appreso con stupore di questa decisione. Alitalia ha già beneficiato di una proroga di fatto del termine ultimo entro il quale essa avrebbe dovuto cessare il monopolio, che era stato fissato al 28 ottobre 2012. Ad oggi, quindi, se si fosse rispettata la legge, EasyJet dovrebbe già operare sulla Linate - Fiumicino a tutto vantaggio della collettività. Occorre inoltre ricordare che sono trascorsi ben quattro anni dall’acquisizione di Air One, che ha portato alla costituzione del monopolio. Non si capisce dunque come si possa concedere ad Alitalia altro tempo, a discapito dei legittimi interessi di EasyJet e dei consumatori”.

La compagnia non manca inoltre di ricordare gli sforzi compiuti a sostegno dell’indagine dell’Antitrust, che continuerà comunque a garantire “sino a quando vi sarà la convinzione che sia possibile investire nello sviluppo del mercato italiano in condizioni di libera concorrenza; il rilancio del nostro Paese non ha bisogno di atteggiamenti protezionistici obsoleti e antieconomici”.

Il dinamismo e la combattività della compagnia britannica guidata da Carolyn McCall, che ha già attivato anche una divisione business annunciando nuovi investimenti, è dimostrato anche dal bilancio annuale appena diffuso: i ricavi a livello globale salgono a 3,854 miliardi crescendo dell'11,6 per cento, i profitti dopo la tassazione a 255 milioni di sterline (più 13,3 per cento rispetto all'anno finanziario 2011) e l'utile per azione ha raggiunto i 62,5 pence per azione (più 19 per cento) raddoppiando il dividendo. “Questi risultati dimostrano che EasyJet è un player vincente consolidato nel mercato europeo di corto raggio, sia rispetto ai competitor tradizionali, sia ai low cost. La forza della strategia e del modello di business, uniti al duro lavoro e alla dedizione del team di easyJet, hanno fatto registrare profitti record, nonchè significativi aumenti nei ritorni per gli azionisti durante l’anno" è il commento dell'amministratore delegato. "A riprova della sua fiducia nella posizione attuale di EasyJet e nelle prospettive future, il Board ha proposto di aumentare i dividendi da 10,5 pence a 21,5 pence per l’anno chiuso a settembre 2012, che porterà i nostri azionisti a beneficiare di 85 milioni di sterline di dividendi. Nonostante ci sia sempre il rischio di eventi straordinari che possano temporaneamente impattare sui risultati finanziari, il Board di easyJet è sicuro che il modello di business della compagnia, la strategia e le persone continueranno costantemente a generare ritorni maggiori e crescita per gli azionisti”.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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