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Economia

I 20 anni di "Affaritaliani.it"

L'11 aprile 1996 nasceva il primo quotidiano online d'informazione nella storia d'Europa. Il fondatore Angelo Maria Perrino racconta la sua storia

La registrazione al Tribunale di Milano ha la data 11 aprile 1996: prima di allora, in Italia e in Europa, nessuno aveva ancora fondato un quotidiano non di carta, ma su internet (oggi diciamo online).

Sono trascorsi vent'anni, e Affaritaliani.it continua la sua stagione di successi: oggi ha 3 milioni di utenti unici al mese, circa 90 mila ogni giorno. Angelo Maria Perrino, 62 anni, che di Affaritaliani.it è fondatore, azionista e direttore responsabile, può ben dirsi soddisfatto: "Abbiamo sempre seguito la filosofia della supremazia del contenuto giornalistico" dice "convinti che nulla sia più virale di uno scoop".

La storia di Perrino, del resto, garantisce per lui: dal 1977 al 1986 è stato nella redazione di Panorama, ultimo cronista assunto e allevato da quel geniale fondatore di giornali che è Lamberto Sechi. Negli anni cruciali del terrorismo e dei grandi sommovimenti sociali, Perrino fa cronaca in quell'ala della redazione che (guarda un po'...) s'intitola proprio Affaritaliani. Poi chiede di passare all'economia. "Ed è stata la mia seconda vita", dice.

Dopo Panorama, arrivano altri giornali, altre esperienze. Da ultimo, Perrino diventa direttore di Milano Finanza, ed è l'ultima esperienza nella carta: "Mi parve che il giornalismo fosse sempre più controllato. A cambiarmi nuovamente la vita fu una trasmissione televisiva". Su Telelombardia, alla metà degli anni Novanta, il giornalista conduce Borsa Oggi, un talk-show di approfondimento finanziario. Nel giugno 1995 arriva in studio un professore della Sapienza. Si chiama Andrea Aparo. Spiega che tutto verrà rivoluzionato da Internet. In diretta, acquista un paio di jeans Levi's a 20 dollari, mentre il prezzo corrente è decisamente più alto. "Capii che quello era il futuro" racconta Perrino "e che c'era un intero mondo in movimento".

Meno di un anno dopo, parte l'avventura di Affari Italiani, la prima testata virtuale europea. "All'inizio eravamo in tre" dice il fondatore: "io e due ragazzini. A occuparsi della parte tecnologica era Michele Marsico, allora 19 anni: oggi è capo della cooperativa giornalistica che produce le news del Tgcom". Vent'anni dopo, nelle tre redazioni di Milano, Roma e Bari lavora una decina di giornalisti, collegati a una cinquantina di collaboratori. La filosofia giornalistica è quella che Perrino ha appreso nel Panorama di Lamberto Sechi: notizie e fatti (separati dalle opinioni), conditi da grande attenzione deontologica.

Ma Affaritaliani.it cresce anche grazie alla grande attenzione alle regole economiche. Mai un passo più lungo della gamba, controllo continuo dei costi, e struttura snella: "L'impresa è sana" dice Perrino "non abbiamo debiti, il margine operativo è positivo. Viviamo e resistiamo alla grande, grazie a una buona intelligenza pratica". L'azionariato della società è al 90% della famiglia Perrino; un 10% è posseduto dall'amministratore delegato Luca Greco.

In questi lunghi vent'anni, Affaritaliani.it piazza tanti scoop, lancia qualche polemica ben assestata, incassa tanti premi. Nel 2011 riceve l'Ambrogino d'oro, ed è una proposta del consigliere comunale leghista Matteo Salvini che ottiene (fatto più unico che raro) l'unanimità dei voti. La motivazione è più di un encomio: "Per l'obiettività, la puntualità e la completezza giornalistica, ma anche per l'indipendenza imprenditoriale e politica, che hanno fatto di Affaritaliani.it un punto di riferimento nel giornalismo italiano". "In effetti siamo stati un po' l'area ricerca & sviluppo del giornalismo italiano" sorride Perrino. Da qui sono partiti i primi libri elettronici, la tv online, la prima web-radio. "È stata nostra anche l'idea di mandare in onda la riunione di redazione" rivendica Perrino "che poi Repubblica ha copiato".

Ora Affaritaliani.it sta organizzando la festa per il suo 20° compleanno. "La sera del 18 aprile faremo una passeggiata sui tetti della galleria del Townhouse Duomo" annuncia Perrino. Io parlerò un po' di nuova editoria". Perché, anche dopo 20 anni, le idee continuano a girare. Ovviamente online.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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