10 brand italiani finiti in mani straniere nel 2015
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Economia

10 brand italiani finiti in mani straniere nel 2015

Italcementi, Pininfarina, Pirelli, Ansaldo e altri ancora. Ecco i marchi del made in Italy comprati da gruppi esteri negli ultimi 12 mesi

Per un Andrea Bonomi che è riuscito a riportare di recente in Italia il marchio di calzature Sergio Rossi ci sono almeno altri dieci brand italiani - l'ultimo è Pininfarina - che hanno preso la via dell'estero nel 2015.

Negli ultimi 12 mesi non si è fermato lo shopping degli investitori e delle multinazionali straniere lungo la Penisola, portando a 430 i marchi italiani passati in mani straniere negli ultimi venti anni, secondo un recente studio di Eurispes.

Di seguito le 10 operazioni più importanti di quest'anno.


10 AZIENDE FINITE IN MANI STRANIERE NEL 2014

Pininfarina

Dopo mesi di negoziati, il 14 dicembre la storica società di design automobilistico ha annunciato il passaggio dalla Pincar, l'ex cassaforte in liquidazione dell'omonima famiglia, agli indiani di Mahindra & Mahindra.

Il valore della transazione è stato calcolato in 25 milioni di euro. Successivamente scatterà un'Opa da parte del gruppo indiano che investirà altri 20 milioni di euro nella società, tramite un aumento di capitale, entro la fine del 2016.

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Pirelli

Lo scorso 22 marzo è stato siglato l'accordo del passaggio della maggioranza di Camfin (la scatola societaria che controlla il gruppo) dagli azionisti italiani al gruppo statale cinese ChemChina.

Il 12 agostolo storico gruppo italiano degli pneumatici fondato nel 1872 è passato formalmente ai cinesi.

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Italcementi

A fine luglio il gruppo controllato dalla famiglia Pesenti è stato comprato da Heidelberg Cement.

I tedeschi hanno raggiunto un accordo con Italmobiliare, la cassaforte della nota famiglia bergamasca, per rilevare il 45% del colosso italiano del calcestruzzo.

L'operazione, dal valore di 1,67 miliardi di euro, dovrebbe essere realizzata nel corso del 2016 e darà vita al secondo gruppo del cemento al mondo.

ITALCEMENTI VENDE AI TEDESCHI

Telecom

Dopo moda, banche, alimentare ed energia, i francesi nel 2015 si sono allargati anche al settore delle telecomunicazioni.

Telecom da quest'anno è controllata di fatto dai transalpini, dopo che il primo azionista è diventato il gruppo Vivendi di Vincent Bolloré (con oltre il 20%), mentre la seconda quota rilevante è quella dell'imprenditore Xavier Niel (suo è anche il quotidiano Le Monde).

Ansaldo STS e Breda

Un altro pezzo dell'industria "pesante" tricolore se n'è andato lo scorso 2 novembre, quando il colosso giapponese Hitachi ha rilevato da Finmeccanica la Ansaldo Breda (produzione di vagoni e motrici; tra cui il Frecciarossa) e il 40% di Ansaldo STS da Finmeccanica.

Partirà il prossimo 4 gennaio l'Opa totalitaria sul restante 60% del capitale della società di segnalamento ferroviario. Una volta terminata l'operazione lo storico marchio Ansaldo scomparirà dalla scena internazionale.

World Duty Free

A fine marzo la famiglia Benetton ha ceduto World Duty Free, società specializzata nelle vendite al dettaglio negli aeroporti.

Ad acquistare la società, che conta 550 negozi sparsi in 20 paesi, è stata la concorrente elvetica Dufry, che di negozi duty free ne gestisce 2.000, anche su navi da crociera, nelle stazioni e in aree turistiche.

Il valore dell'operazione è stato stimato in 1,3 miliardi di euro.

Teuco

Oltre al cemento i tedeschi si sono comprati anche gli idromassaggi Teuco.

L'azienda marchigiana specializzata in arredo bagno di alta gamma e controllata dal gruppo Guzzini, che fa capo all'omonima famiglia di Recanati, i primi di giugno è passata all'operatore di private equity tedesco Certina holding che ha rilevato l'80% del capitale.

De Tomaso

Dopo una lunga crisi e successive aste fallimentari il marchio De Tomaso è finito in mano a una società cinese, la Ideal Team Ventures Limited, per poco più di 1 milione di euro.

A rischio i 900 posti di lavoro nei due stabilimenti di LIvorno e Grugliasco (Torino): l'acquirente non ha ancora presentato un nuovo piano industriale.

Grom

L'azienda e il marchio di successo fondati da Federico Grom e Guido Martinetti nel 2003 sono passati a sorpresa lo scorso 1 ottobre a Unilever, il colosso anglo-olandese che controlla anche Algida.

Dalla gelateria artigianale di Piazza Paleocapa a Torino, i due soci in poco più di dieci anni sono riusciti ad aprire 67 punti vendita in tutto il mondo che danno lavoro a 600 addetti.

Riello

Le storico marchio di caldaie italiano è diventato americano.

La famiglia Riello i primi di dicembre ha stretto un accordo con la United Technologies Corporation per la vendita del 70% dell'azienda di Legnago (Verona).

Alla famiglia Riello rimarrà il restante 30%, con un diritto di vendita al gruppo statunitense esercitabile nei prossimi 3-5 anni.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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