Negli aeroporti del futuro ci divertiremo a giocare a golf
Economia

Negli aeroporti del futuro ci divertiremo a giocare a golf

California, Hong Kong, Corea del Sud, Germania, India e Nigeria puntano su commercio, svaghi e servizi per fidelizzare i passeggeri in transito

Gli aeroporti internazionali vedono transitare nei loro spazi cinque miliardi di persone ogni anno. Un tempo questa moltitudine era di dimensioni inferiori e si limitava a percorrere i corridoi alla ricerca del proprio imbarco. Poi sono arrivati i negozi duty-free e i viaggiatori hanno avuto l'opportunità di fare acquisti risparmiando sulle imposte: gli aeroporti sono diventati i luoghi dove si viaggiava e si compravano sigarette e liquori.

I gestori di simili strutture hanno successivamente realizzato che i passeggeri avrebbero potuto essere interessati anche ad altro – ed essere per loro potenziali fonti di guadagni più elevati. Oggi in un aeroporto si possono fare tante cose: comprare un souvenir del luogo dove ci siamo recati; fare un po' di shopping di articoli di lusso, trovare una lettura per passare il tempo durane il volo, mangiare un boccone (spesso scegliendo fra diversi tipi di cucina) e in alcuni casi anche ricevere un massaggio rilassante.

Cinque miliardi di persone, però, possono essere clienti di molti più servizi. Del resto, oltre a incrementare le offerte, i gestori aeroportuali si sono trovati a poter fruire di strutture sempre più belle e avveniristiche. Pensiamo al Terminale 4 dell'aeroporto di Madrid, opera degli stessi architetti (Lamela e Rogers) che hanno progettato il Centro Pompidou a Parigi, o al fatto che "archistar" internazionali del calibro di Foster e Calatrava si sono cimentati nel disegno degli aeroporti di Pechino e di Bilbao, in Spagna.

Così, l'aeroporto del futuro somiglierà sempre più a un centro di commercio e intrattenimento e sempre meno a un banale scalo. Questa tendenza, come molte altre, parte dall'Asia: il modello è quello dell'aeroporto Incheon a Seul. Si tratta di uno dei centri commerciali più rinomati d'Oriente e ormai lo shopping è l’attività principale, che ha soppiantato quella di partire ed arrivare: presto ricomprenderà un nuovo Terminal di sei piani, ispirato a una foresta tropicale e destinato a ospitare persino una gabbia di farfalle e un teatro. La moda dei super-aeroporti, però, dilaga anche oltre i confini dell'Estremo Oriente, con risultati a volte divertenti. A Lagos, in Nigeria, si potranno comprare elettrodomestici (frigoriferi e lavastoviglie inclusi) in duty-free. A Monaco, in Germania, si fabbrica birra artigianale. A Hong Kong si può giocare a golf in un campo da nove buche. A Chennai, in India, verranno presto inaugurati due nuovi terminali ispirati al concetto di "oasi di tranquillità": palme e orchidee, sotto un cielo di plexiglass.

Del resto, le entrate degli aeroporti derivano sempre più da fonti alternative. E queste ultime, in un circolo vizioso, attirano sempre più passeggeri. L'aeroporto di San Francisco, pioniere di questa nuova frontiere, ha visto un incremento del 22% dei suoi passeggeri da quando ha operato un restyling che lo ha trasformato nella quintessenza di tutto ciò che per i turisti rappresenta la California.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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