Privacy, Google e ironia, nell'arte di Phil Thompson
Phil Thompson
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Privacy, Google e ironia, nell'arte di Phil Thompson

L'artista statunitense aggira la privacy imposta a Google Art project creando dipinti astratti partendo dalle immagini sfocate dei quadri

Il rapporto tra Internet, il concetto di privacy e il diritto d'autore negli ultimi anni ha raggiunto anche il vasto mondo dell'arte.

Nello specifico, lo strumento incriminato è Google, prima con Street view, ora con Art Project.

Ricordo la prima volta che ho mostrato l'iPad a mia zia novantenne: voleva che le mostrassi i prodigi tecnologici di questo strano marchingegno, ma non avendo - lei - molta dimestichezza con la tecnologia, mi sono buttato sull'effetto speciale con la più alta resa immediata: Google Street view.

Non vi dico la meraviglia nei suoi occhi quando ha visto in tre dimensioni la via dove abita e soprattutto il suo palazzo, pieno di interessanti dettagli.

Questa cosa accadeva in Italia, mentre in altri luoghi, come la Svizzera e la Germania, moltissime persone non avendo apprezzato la digitalizzazione messa a disposizione di tutti,lottavano per farsi oscurare dalle mappe.

Questione di privacy. E dopo poco voilà: decine di palazzi e ville immerse nel verde trasformate in parallelepipedi sfocati.

Al di là di chi fosse a favore o contrario, va detto che Google aveva fatto centro ancora una volta e il giocattolo aveva un potenziale di sviluppo decisamente alto.

Detto, fatto: secondo esperimento, questa volta con i principali musei di tutto il mondo; Google Art Project permette di ammirare i più grandi capolavori dell'arte comodamente seduti in poltrona.

Tutto bello. Probabilmente troppo. Per la questione - ormai più volte affrontata - dei diritti d'immagine molti di noi si saranno trovati di fronte, ad esempio, Les Demoiselles d'Avignon di Picasso afflitte dal morbo del Bluring e più che un'opera cubista, il visitatore virtuale si trovava di fronte un suggestivo esperimento di espressionismo astratto.

Questo fastidioso ostacolo si è trasformato in una opportunità messa in pratica da Phil Thompson che ha raccolto e stampato alcune di queste immagini, le ha spedite in Cina - location scelta proprio per i cattivi rapporti con la censura e la libertà di espressione - dove alcuni pittori le hanno trasformate in dipinti ad olio.

Le tele, una volta rientrate in Inghilterra, sono state raccolte nel progetto Copyrights.

Se nel futuro diventassero talmente famose da essere esposte in un grande museo, sarà divertente osservare quale strano effetto esponenziale potrà generare una sfocatura su una immagine di per sé già sfuocata.

Google

Una schermata di Google Art Project al MoMa di New York con alcune opere alle pareti oscurate per i diritti di immagine

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Riccardo Fano

Grafico e illustratore con tante idee quanti difetti. Scrivo di Street art e di comunicazione. Perché l'idea è tutto e la curiosità fa il resto.

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