Terroni a chi? Tre libri sul pregiudizio antimeridionale
Lifestyle

Terroni a chi? Tre libri sul pregiudizio antimeridionale

Come è nata e come si è sviluppata la diffidenza verso il Sud. Tre libri ne ricostruiscono le origini e provano a ipotizzarne gli scenari

"Negli ormai centocinquant'anni di unità italiana il Mezzogiorno non ha mai mancato di creare problemi". D'accordo, la frase è netta e controversa. Sulla questione meridionale, nell'ultimo secolo e mezzo, si sono sprecati fiumi di inchiostro, tonnellate di pagine, migliaia di convegni. In gran parte dedicati all'indagine sociologica, al pregiudizio politico o alla rivendicazione identitaria.

Ciò che colpisce allora di La palla al piede di Antonino De Francesco (Feltrinelli) è lo sguardo realistico e l'approccio empirico. De Francesco è ordinario di Storia moderna all'Università degli studi di Milano ma definire il suo ultimo lavoro essenzialmente storico è quantomeno limitativo. In poco meno di duecento pagine, l'autore traccia l'identikit di un pregiudizio, quello antimeridionale appunto, nei suoi aspetti sociali, storici e politici. Lo fa rincorrendo a una considerevole pubblicistica per niente autoreferenziale, che non si ostina nel solito recinto storiografico. Il risultato si avvicina a una controstoria dell'identità italiana e, al tempo stesso, a un'anamnesi dei vizi e dei tic dell'Italia Unita.

Ma per raccontare una storia ci si può ovviamente mettere sulle tracce di una tradizione e cercare, attraverso le sue strette maglie, di ricostruire una vicenda che ha il respiro più profondo di una semplice schermaglia localistica. E' quello che accade nel Libro napoletano dei morti di Francesco Palmieri (Mondadori). Racconta la Napoli eclettica e umbratile che dall’Unità d'Italia arriva fino alla Prima guerra mondiale.
Per narrarla, si fa scudo della voce del poeta napoletano Ferdinando Russo  ricostruendo con una certa perizia filologica e una sottile
verve narrativa le luci e le smagliature di un'epopea in grado di condizionare la realtà dei giorni nostri.

Ha il respiro del pamphlet provocatorio e spiazzante invece l'ultimo libro di Pino Aprile, Mai più terroni (Piemme), terzo volume di una trilogia di successo (Terronie Giù al Sud i titoli degli altri due volumi). Aprile si domanda se oggi abbia ancora senso dividere la realtà sulla base di un fantomatico pregiudizio etnico e geografico che ha la pretesa di tagliare Nord e Sud. E si risponde che no, che in tempi di iperconnessioni reali (e virtuali), quelli stereotipo è irrimediabilmente finito. "Il Sud - scrive - è un luogo che non esiste da solo, ma soltanto se riferito a un altro che lo sovrasta". Nelle nuove realtà virtuali, vecchie direzioni e punti cardinali non esistono più, relegati come sono a un armamentario che sa di  vecchio e obsoleto.

Libri:

Antonino De Francesco, La palla al piede, Feltrinelli

Francesco Palmieri, Libro napoletano dei morti, Mondadori

Pino Aprile, Mai più terroni, Piemme

I più letti

avatar-icon

Filippo Maria Battaglia

Scrivo di politica, storia, narrativa e varia umanità. Quando capita, pubblico persino un libro . Amo molte cose e convivo con molte altre, in particolare con le mie nevrosi.

Read More