La prima guerra mondiale nelle foto a colori
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La prima guerra mondiale nelle foto a colori

L'editore tedesco Taschen ha raccolto in volume 320 autocromie dai fronti della grande guerra

The First World War in Colour è un libro fotografico in grande formato, pubblicato dall'editore tedesco di Colonia, Taschen, con centinaia di immagini a colori della Grande Guerra.

Poche immagini a colori sono arrivate fino a noi
Rispetto ai milioni di immagini in bianco e nero da tutti i fronti del conflitto che abbiamo a disposizione, le foto a colori della prima guerra mondiale sono circa 4500 e Peter Walther, curatore di questo volume, ne ha raccolte poco più di 320, raggruppate secondo luoghi e momenti.

La fotografia nel 1914 aveva già parecchi decenni di vita e lungo i fronti venivano scattate continuamente istantanee in bianco e nero con apparecchi che erano ormai divenuti abbastanza piccoli e leggeri da poter essere trasportati facilmente negli zaini o in tasca.

Quindi oltre alla fotografia ufficiale prodotta da appositi reparti degli eserciti, per motivi di documentazione e soprattutto di propaganda, ci sono arrivate moltissime immagini riprese autonomamente da ufficiali e soldati appassionati.

Immaginario in bianco e nero
Nel nostro immaginario - a cento anni dallo scoppio - la prima guerra mondiale è piena di lande devastate, soldati feriti e morti, trincee infangate con soldati che cercano di sopravvivere in attesa del prossimo assalto, da eseguire o da subire. Ma è un immaginario in bianco e nero. Quindi, con le caratteristiche tipiche della fotografia in bianco e nero: l'effetto straniante, di allontanamento o di concentrazione su dettagli singoli, di separazione consapevole nel tempo e nello spazio.

Anche per questo, guardare The First World War in Colour è un'esperienza sorprendente, che davvero cambia alcuni riferimenti di percezione e tocca direttamente la nostra memoria codificata della prima guerra mondiale.

Scene preparate
Walther ha raccolto immagini a colori di 24 fotografi diversi, tutti "pionieri" del colore che usarono l'autochrome,  tecnica brevettata dai fratelli Lumière che alla vigilia della guerra aveva già quasi completamente soppiantato il processo rivale dei "tre colori".

Sono immagini nella quale la composizione delle scene riprese è quasi sempre preparata prima dello scatto, soprattutto perché la lunga esposizione necessaria richiedeva l'immobilità dei soggetti, fino a sei secondi quando non c'era la luce piena del sole, e il peso degli apparecchi per l'autocromia, e il complicato procedimento con trepiede, lastre e i differenti obiettivi portava a ricreare vere sale di posa all'aperto.

Effetto di avvicinamento e partecipazione
Eppure l'effetto è straordinario. La trasformazione nella percezione e nella rappresentazione dell'immaginario della guerra è radicale. E in queste foto i soldati e i luoghi ci sembrano più vicini nel tempo, il contesto nei quali sono calati - campi, rovine di città, accampamenti, ospedali da campo - ci pare riconoscibile, allo stesso tempo più realistico e meno fascinoso. Quindi il dolore, la paura, la morte, la distruzione meno "storica" e più evidente, chiara, ci si sente quasi parte.

Walther divide le immagini in cinque capitoli - uno per ciascun anno di guerra, e per temi e luoghi. C'è moltissimo fronte occidentale ma ci sono immagini anche dal Nord Africa e dalla Palestina. Molte foto ritraggono i reparti coloniali dell'esercito francese, un soggetto "esotico" che pareva particolarmente adatto alla ripresa scenica.

The First World War in Colour, a cura di Peter Walther, Taschen, 2014

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War war 1 in colours

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Luigi Gavazzi