Marcello Introna, Percoco
Mondadori
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Percoco di Marcello Introna: un giallo italiano da riscoprire

Da una storia vera, nerissima e dimenticata un romanzo che ha tutto il sapore del giallo psicologico

Bisognerebbe leggere questa storia senza saperne nulla. Sentiremmo così crescere in noi l'angoscia di qualcosa che sta per accadere. Qualcosa che si preannuncia nefasto fin dall'inizio, tra gli odori della Bari del 1956, le sue vie affollate, i suoi bordelli e le case borghesi di tante famiglie normali, come quella dei Percoco. Abitavano in via Celentano 12. Il capofamiglia era un ferroviere, lavoratore integerrimo, all'epoca da poco in pensione; la moglie, casalinga, proveniva da una famiglia di ricchi proprietari terrieri. C'erano poi tre figli: il primogenito, cleptomane, in galera - la vergogna di casa; il più piccolo affetto dalla sindrome di down - anche lui un oltraggio da tenere nascosto; infine, quello di mezzo, Franco, il “normale”: uno studente fuori corso ombroso e insoddisfatto, soprattutto rancoroso e violento.

Sapere già in partenza che in quella casa il 27 maggio del 1956 si consumò la prima strage di famiglia del Dopoguerra ad opera del figlio di mezzo non diminuisce però la forza di questo libro, anzi, ci fa vedere questa storia come un fatto di cronaca nera simile a quelli di cui leggiamo tutti i giorni, di certo con un'indifferenza che non sfiorava nemmeno l'opinione pubblica coinvolta nel caso Percoco nel 1956.

Quella operata da Franco Percoco fu una carneficina, caratterizzata da un'efferatezza che non avrà uguali neanche in seguito e fu l’unico caso nella nostra storia in cui i giornalisti che lo raccontarono furono accusati di reato: il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno e il giornalista che pubblicò integralmente la confessione dell'omicida furono accusati per aver diffuso del materiale raccapricciante. Vennero arrestati, allontanati dal lavoro e mai più reintegrati. La vicenda fu talmente sconvolgente che tutte le copie del giornale furono ritirate su scala nazionale. Il caso venne rinchiuso nell'archivio di stato di Bari e lì dimenticato. Marcello Introna, sceneggiatore e scrittore, ha riaperto l'enorme faldone, ricavandone un libro che tiene alta la tensione e indaga le ragioni di una mente labile e frustrata, facendoci intravedere il debole confine tra normalità e follia. Il libro, dato alle stampe con buon riscontro locale nel 2012 da un editore pugliese, è stato da poco pubblicato da Mondadori e merita assolutamente di essere letto. Come un romanzo, un giallo, un noir, un thriller psicologico. Soprattutto, come una storia vera a lungo dimenticata, che ha ancora molto da dire. 

Marcello Introna, Pecoco

Mondadori, 2016

246 p.

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Antonella Sbriccoli