Maria Perosino, 'Le scelte che non hai fatto'
Foto © Markus Altmann / Corbis
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Maria Perosino, 'Le scelte che non hai fatto'

Nelle storie delle altre persone, trovare quello che non stavamo cercando: un'alternativa alla vita che ci siamo scelti. Un romanzo-diario dalla tonalità emotiva straordinariamente limpida, intensa e compatta.

Le scelte che non hai fatto è un romanzo di complicità femminili. Eppure non faccio fatica a immaginarmi seduto a un tavolo di ristorante con Maria, la narratrice, contagiato dalla sua vitalità impertinente, ipnotizzato dalla sua maieutica. Come se la conoscessi da sempre. È il misterioso potere della scrittura. Maria Perosino ci ha lasciati nel giorno in cui il suo romanzo vedeva la luce. Ma in queste pagine c'è l'energia di "una che si butta nel futuro come se fosse una sceneggiatura a lieto fine".

Il gioco del "come se" è una fiaba antica come il mondo. Perosino ne adotta un'originale variante, allestendo una corale messa in scena dell'io per cercare negli altri il fattore 49%: quella parte di sé che avrebbe preferito compiere altre scelte. Vite che non sono la mia, per usare il titolo che Emanuel Carrére diede a un suo toccante romanzo di qualche anno fa. Una collezione di storie che hanno seguito strade diverse, vuoi per il caso o uno sbaglio, la scelta o la necessità. Anch'esse fanno parte di noi.

Solo diverse però, non straniere, e anche per una questione anagrafica. Per esempio sono tutte donne nate all'epoca del boom demografico: "l'ultima generazione  che si è sbucciata le ginocchia giocando e la prima che considera normale fare le condoglianze per sms". Maria le invita a cena, caricando ogni ingrediente di un significato affettivo. Il menu come libro aperto attraverso cui scrutare l'inconscio. Il piacere di riconoscersi in un'insalata di aringhe. Non a caso il suo alter ego è una dietologa-psicologa: Orsetta.

Dettagli e digressioni sono il condimento speziato di una scrittura briosa, ironica, coinvolgente, continuamente distratta dalle particelle elementari del vivere. Il corpo minore traduce tipograficamente la curiosità insaziabile dell'autrice di Io viaggio da sola verso la cultura sociale nel nostro tempo: l'anima femminile delle città e il bouquet di un Verdicchio, Alice Munro e i manuali di alimentazione, i rituali dell'antico Giappone e le forme enigmatiche di Anish Kapoor, lo sfarfalleggiare con le dita e le code alle casse dell'Esselunga, il calore della voce di Leonard Cohen e quella di Eddie Vedder, la solitudine di Aureliano Buendia e quella dei migranti studiati da Gabriele Proglio, l'estasi dello spritz e l'euforia dello zenzero.

Ma il nucleo esistenziale di questo libro è seminato nel grande prato che precede i cancelli delle sliding doors. È possibile, si chiede la narratrice, tornare con la memoria al tempo che sta prima del tempo della consapevolezza delle scelte? Solo riannodando quel filo si può forse individuare lo snodo, il bivio il punto (i punti) della vita in cui i sogni s'infrangono o spiccano il volo. Il tempo in cui non si sapeva ancora che domanda fare al futuro. Ci ha provato una serie televisiva inglese, Seven Up, mandando in onda a puntate ogni sette anni la vita di alcune persone, dalla giovinezza all'età adulta. Come si racconta nel libro, una fiction di una noia mortale.

Invece il fatto che quell'istante cruciale sia visibile solo dopo, a distanza, nascosto nella piega di un ricordo involontario, è il segreto che rende letterariamente attraenti le vite degli altri. E forse perfino la nostra. Vite normali, casa marito figli lavoro mutuo scuola vacanze (amare e lavorare, diceva Freud, sono la misura della salute mentale). Perché c'è un film dentro ogni storia anche se non ogni vita è una storia da film. Ma anche perché ricordare è una formidabile occasione per dimenticare: il rimpianto, i rimorsi, i sensi di colpa, le cose entrate nella nostra vita senza che ce ne fossimo accorti.

In quasi tutte le storie i sogni, più che avverarsi, si costruiscono o si sgretolano. Abbiamo dato loro il nome di progetti, fallimenti, conquiste. Sono linfa di vita che, indifferente, scorre. Maria ha chiuso il dolore nelle postille e la nostalgia in un profumo, lasciando ai lettori la visione di un piccolo futuro "in forma smagliante". Grazie.

Maria Perosino
Le scelte che non hai fatto
Einaudi
pp. 196, 16,50 euro

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Michele Lauro