Marcel Proust, lo scrittore che nessuno voleva pubblicare
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Marcel Proust, lo scrittore che nessuno voleva pubblicare

Nel centenario dell'uscita di "Dalla parte di Swann", ecco la storia del capolavoro rifiutato da tanti editori

Dalla parte di Swann, primo volume di Alla ricerca del tempo perduto, debutta in libreria il 14 novembre 1913. Quel giorno il libro, destinato a diventare uno dei più famosi e amati del secolo, viene pubblicato in poche copie a spese del suo autore, Marcel Proust, reduce da una gragnuola di risposte negative da parte di varie case editrici.

La storia dell'esordio della Recherche è curiosa e merita un ricordo. Nel 1912 Proust è un quarantunenne molto ricco e molto colto, un signore con bei baffetti, poca salute ma tante amicizie importanti. Ha un sacco di tempo libero e lavora come un matto a quello che sa essere un capolavoro. L'opera si intitola ancora Le intermittenze del cuore, consta di circa 800 pagine ed è divisa in due parti, Il tempo perduto e Il tempo ritrovato. Marcel vi apporta continue modifiche, nuovi inserti e infinite stesure, come farà per tutta la vita.

Il dattiloscritto viene sottoposto a due editori: Fasquelle, che lo rifiuta, e NRF, la Nouvelle Revue Française appena fondata dal grande Gaston Gallimard e da André Gide, futuro premio Nobel per la letteratura.

Proust consegna le sue cartelle a Gallimard, Gide s'incarica della lettura e del responso. Che finalmente arriva, ma è negativo. Come mai un esperto come Gide incappa in una simile cantonata? Non è chiaro: forse l’editor non legge nulla, nemmeno una riga, e si affida soltanto al pregiudizio. Céleste Albaret, l'adorata governante di Proust, nel suo memoir  rievoca una confidenza dello scrittore: "Ho visto il pacchetto prima e dopo, Céleste - mi disse - e sono certo che mi è tornato indietro intatto così come l'avevo inviato."

Dunque il nastro del plico non viene nemmeno slegato, il libro respinto non viene aperto? Può darsi. Peraltro nel 1912 a Gide quel Proust sta davvero antipatico. André lo conosce già da vent'anni e legge i suoi articoli sull'odiato Le Figaro. Ritiene che sia solo "uno snob, un mondano dilettante, quanto di più modesto potesse esserci." Avrà modo di pentirsi.

Proust incassa: a questo punto si rivolge ad Alfred Humblot, direttore della casa editrice Ollendorff, e tuttavia ottiene un altro no bello tondo. Humblot, lui sì, il libro lo ha letto, ma non gli è piaciuto per niente: nella lettera di ricusazione firma il celebre verdetto: "Sarò forse uno sciocco ma davvero non riesco a capacitarmi del fatto che un tizio possa impiegare ben trenta pagine per descrivere come si giri e rigiri nel letto prima di addormentarsi".

A furia di sentirsi dare dei due di picche, Proust si stufa. Decide di chiudere la tortuosa caccia all'esordio mettendo mano al portafoglio, pagando, e se lo può permettere. Grazie ai suoi amici Renè e Leon Blum, viene introdotto all'editore Bernard Grasset, con cui trova un accordo. Il contratto prevede che Proust si accolli completamente le spese di stampa. Più tardi Grasset confesserà di aver accettato dattiloscritto e soldi "senza aver letto il libro".

Dalla parte di Swann esce così il 14 novembre 1913. Gide finalmente lo legge e si rende conto del suo sbaglio. Scrive a Proust una lettera disperata: "Da qualche giorno non lascio più il vostro libro; me ne sazio con diletto, mi ci sprofondo. Ahimè, perché deve essermi così doloroso amarlo tanto? Aver rifiutato questo libro rimarrà il più grave errore della Nouvelle Revue Francaise e, poiché ho la vergogna di esserne in gran parte responsabile, uno dei rimpianti, dei rimorsi più cocenti della mia vita". Gide spiega anche il motivo del suo no: aveva sfogliato qualche pagina, ma molto, troppo distrattamente. Proust risponde garbato, ringrazia - non si sa con quanta sincerità - e ricambia la stima. Gide allora implora Proust di abbandonare Grasset per pubblicare con lui e con Gallimard i successivi volumi della Recherche. Ma oramai è tardi, la guerra travolge l'Europa, le rotative si fermano. Per il seguito, All’ombra delle fanciulle in fiore i lettori devono aspettare fino al 1919. Gallimard e soprattutto Gide questa volta son ben lieti di esserne l'editore, e il resto è la storia della letteratura.

Le lettere e le testimonianze di questa vicenda sono diventate libri. Un'antologia dell’immenso epistolario  proustiano è uscita nella collana Meridiani di Mondadori (oltre 1.600 pagine). Lettere a un editore  (48 pagine, Affinità Elettive Edizione) raccoglie le molte ma inutili lettere di Proust al lungimirante editore Fasquelle, il primo a respingere la Recherche. L'editore SE ha pubblicato anche il carteggio fra Proust e Gide (Lettere a André Gide, 80 pagine con testo bilingue) e le memorie di Céleste (Monsieur Proust , 384 pagine).
Di Alla ricerca del tempo perduto e Dalla parte di Swann, naturalmente, oggi esistono innumerevoli edizioni

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Lorenzo Confuso