Il primo libro di Baby K: "Un manuale per le femmine alfa"
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Il primo libro di Baby K: "Un manuale per le femmine alfa"

Dopo il successo del disco "Una seria" la rapper romana si cimenta nel ruolo di scrittrice per il nuovo titolo di Mondadori

"L'idea della Femmina Alfa è nata da una strumentale che ho ricevuto. Aveva un ritmo molto tribale, ideale per descrivere la voglia delle donne di credere nei sogni e raggiungere gli obiettivi". Nasce così l'idea con cui Baby K intitola il suo singolo del 2011, quello con cui si fa notare al grande pubblico. 10 mila dowload in pochi mesi prima di iniziare il percorso di lavorazione al suo primo album "Una seria" con la collaborazione di Tiziano Ferro. "Femmina alfa" non diventa così solo il nome di un brano ma l'inno di tante ragazze che in Baby K non vedono solo un idolo ma anche un esempio di femminilità e di stile di vita. Da qui è nato il progetto di "Come diventare una femmina alfa", primo libro che Claudia Nahum, romana ma nata a Singapore e cresciuta a Londra, scrive per Mondadori. Tra etologia (femmina alfa è un termine con cui in natura si indica la femmina dominante di una specie) e psicologia sociale Baby K ha così dato alla luce un manuale molto ironico ma dai contenuti chiari e dedicati al pubblico in rosa. L'abbiamo incontrata per parlare di carta, musica, passato e futuro in attesa degli instore di presentazione, il 26 novembre a Bologna, il 6 dicembre a Napoli e il 7 dicembre a Roma. 

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Come nasce l'idea del libro?

"Sono stata contattata da Margherita Bianchini, ne sono stata molto onorata. Mi è piaciuta l'idea di fare una sorta di manuale, anche un po' ironico e simpatico, per spiegare alle ragazze che cosa sia per me una femmina alfa. L'obiettivo è quello di spronare le fan e più in generale le ragazze di oggi a leggere le mie esperienze per cercare spunti e concentrarsi sulla realizzazione dei propri sogni. Sono contenta del risultato!"

Come nasce il termine "femmina alfa" e che significato ha per te?

"Alcuni credono che "femmina alfa" voglia rappresentare un tipo di donna dominante e aggressiva, una mangia uomini. Ma non è così, una femmina alfa può anche essere una ragazza timida che vuole realizzarsi e fa sacrifici per farlo. L'esempio perfetto della donna moderna che sempre più spesso ha un ruolo importante nella società, che deve farcela da sola e valorizzare le proprie idee."

Come è diventato un inno alla donna dominante?

"Un giorno mi è arrivata una strumentale molto tribale e ho scritto la canzone con l'idea di fare un inno per tutte quelle ragazze che si danno da fare per emergere e realizzare i propri progetti." 

Si può parlare di femminismo?

"Se io porto avanti un discorso femminista lo devono dire gli altri, io non punto a fomentare le distanze del tipo "donna contro uomo". Ognuno è diverso e sviluppa i propri pensieri, l'obiettivo è superare i retaggi culturali, andare oltre le apparenze. Quando si parla di un italiano all'estero si ha sempre un'ottima opinione ma tra i nostri stereotipi c'è anche quello di non rispettare troppo le donne. E gli stereotipi nascondono sempre un pezzo di verità: è normale cercare di reagire nei confronti di questa società un po' sessista."

Quali argomenti affronti nel libro?

"Tutto il libro ricorre all'idea dell'autorealizzazione, non pretendo di salvare il mondo con queste pagine ma solo di riferire aneddoti e riflessioni. Va anche letto in tono scherzoso, senza prendersi troppo sul serio. Ci sono molti paragoni con il mondo della psicologia sociale: noi umani abbiamo l'indole biologica per approcciare alcuni discorsi in una maniera e altri in altre, bisogna solo lavorare su noi stessi per capire i nostri limiti e priorità." 

E' stato un anno importante, come hai vissuto il successo del disco "Una seria"?

"In questo periodo ho potuto fare qualche passo indietro e riflettere su ciò che è capitato realizzando quello che ho ottenuto. Quando sei nella frenesia di un tour non hai il tempo per goderti tutto, finalmente sono riuscita a calmarmi e a riflettere pensando a cosa posso migliorare. Ho tante idee e collaborazioni parallele, continuo a fare musica anche se devo ammettere che mi manca il rapporto con i fan con cui ho sempre un contatto molto diretto."

Hai più voglia di fare un nuovo disco o paura di non mantenere le aspettative dopo il primo?

"La paura è una cosa umana e deve esistere, se presa nella maniera giusta può spronarti e aiutarti a fare meglio. La cosa principale che mi dico sempre è ricordarmi che io amo la musica e che prima di tutto è una passione. Sono riuscita a farne un lavoro ma lo volevo fin da bambina e adesso non ho intenzione di fermarmi. Ci sono sempre tante varianti da cui dipende il successo di un artista, a volte però bisogna guardare anche un po' oltre e tornare alle origini. Io amo i motivi che mi hanno portato a fare questo quindi continuerò a prescindere dai risultati..."

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Matteo Politanò