Best-seller, titoli e copertine. Tre famigerati memi editoriali
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Best-seller, titoli e copertine. Tre famigerati memi editoriali

Perché un libro vende e un altro no? Merito di un buon titolo? Una bella copertina? Il  passaparola? La ricetta perfetta del best-seller resta ancora inespugnata.

Perché un libro venda e un altro no nessuno lo sa dato che di libri belli e bellissimi, passati del tutto inosservati, sono pieni gli scaffali. Un buon titolo, una bella copertina, l’efficacia del passaparola… la ricetta perfetta del best-seller resta ancora inespugnata.

Ma quando capita che una fra le oltre cinquantamila pubblicazioni che ogni anno approdano sugli scaffali delle nostre librerie comincia a vendicchiare, ecco che si intravede uno spiraglio. E allora subito tutti dietro a rincorrere chi col titolo, chi con la storia, chi con la copertina. È storia, è mercato, è quasi meme: un'unità auto-propagantesi di evoluzione culturale.

Meme numero uno: bambine-che-ti-guardano. Paolo Giordano può fregiarsi di un titolo eccellente che sfiora l’unicità (pardon, Numeri Primi sì, ma il gioco è stato involontario). Lo stesso certo non può dirsi della sua bella copertina. Gli occhioni della ventenne olandese di nome Mirjan, che si dice siano stati scovati quasi per caso sul web, hanno generato una sterminata progenie di primi piani attoniti o conturbanti, innocenti e torbidi, interrogativi e sperduti che ora campeggiano solenni e inquisitori sulle copertine di tutti i nostri maggiori editori. Insomma, uno a farsi un giro per gli scaffali si sente anche un po’ in colpa con tutti quegli occhi addosso, e chissà che ciò non inibisca l’acquisto da parte del lettore più sensibile all’ansia da prestazione.

Meme numero due: se il lettore è costretto all’acquisto a occhi bassi, lo stesso certo non può dirsi del suo olfatto. Basta un giro per gli scaffali per rimanere storditi da una folgorante congerie di profumi di ogni ordine e grado. Silenzioso e quasi inosservato precursore fu forse Il profumo della neve , ma per sdoganare il piacere delle froge abbiamo dovuto attendere la Sànchez e le sue Foglie di limone cui hanno fatto eco i profumi più diversi e deliziosi da quello del pane alla lavanda , del caffè , delle spezie proibite , della rugiada all’alba , del tè e dell’amore , dello zucchero a velo , a quello dei fiori in Iraq . Da segnalare in tempi recenti anche la nuova ristampa di Paolo Brosio, in grande spolvero col suo Profumo di lavanda. Medjugorje, la storia continua .

Meme numero tre: come dimenticarsi allora degli agrumi, i più profumati tra i frutti? Antesignana fu Jeanette Winterson con il suo Non ci sono solo le arance . Ma, anche qui, è di nuovo ai limoni della Sànchez che va il merito di aver riportato l’aspro agrume al centro delle scelte editoriali: titoli come Piccoli limoni gialli ,L'inconfondibile tristezza della torta al limone , Il sentiero nascosto delle arance , Arance e angeli o La neve cade sui cedri hanno segnato una stagione editoriale all'insegna delle buone vitamine.

Di segreti, templari, e libri perduti a vario titolo manco a parlarne. Una parentesi a parte meriterebbero le rosse signorine che, in barba a qualunque legge statistica, regnano incontrastate sulle copertine Newton Compton (ma solo se non ci sono diamanti o collier di mezzo, chissà poi perché).

Promettono bene invece le Cinquanta sfumature di E. L. James. Non poche volte in libreria ci è già capitato di sentire domandare del best-seller del momento come 50 fumate di nero (raffinato thriller psicologico vaticano sul rovello interiore del concilio elettore), 50 sfioriture di grigio (tutto quello che volevate sapere -ma che non avete mai avuto il coraggio di chiedere- per estirpare ogni traccia di vita dal vostro balcone) o 500 sforature di rosso (inchiesta sui costi della politica al tempo dello spread). Come dire, cominciamo a intravedere un filone interessante…

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Giulio Passerini