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Libri e vacanze: 5 libri per una cultura della tolleranza

Il dialogo interculturale, fondamentale urgenza del nostro tempo, è un arco teso da Occidente a Oriente per ripensare a un futuro di pace

'Il disagio dei monoteismi', di Jan Assmann

Il disagio dei monoteismi, particolare della foto di copertinaMichelangelo Buonarroti, Mosè (part.)

Un'intervista inedita dove il grande studioso tedesco - egittologo, antropologo e teorico della cultura religiosa - ripercorre i fondamenti della sua ricerca sui monoteismi, attualizzandola alla luce dei drammatici eventi della contemporaneità. I tre grandi sistemi monoteistici (cristianesimo, ebraismo, islam) fondati sulla rivelazione e sulla fede sono accomunati dalla convinzione di avere il possesso esclusivo della verità. Un'idea cui sono estranei invece sistemi politeistici aperti come quelli dell'antico Egitto, o come l'induismo e il buddhismo. Ma se il proprio Dio è concepito come "unico", il Dio degli altri non può essere che "falso".

Da questa distinzione ortodossa tra vero e falso nella religione ha origine un conflitto che mise a disagio già Lessing e Goethe, un paio di secoli prima dello scoppio dei fondamentalismi. Elaborando l'idea di religio duplex, Assmann propone il ritorno a un umanesimo etico di stampo illuminista e gandhiano: da un lato ci sono le singole fedi, dall'altro l'universale, invisibile religione della verità che tutte le trascende. Solo in quel "punto trascendentale" che travalica i confini delle varie confessioni risiede la vera tolleranza, tema centrale della storia dell'umanità, cioè "la capacità di riconoscere la relatività senza scivolare nella banalità".

Jan Assmann
Il disagio dei monoteismi
Morcelliana
95 pp., 11 euro

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'Gandhi tra Oriente e Occidente', di Gianni Sofri

Gandhi tra Oriente e Occidente, particolare della copertinaMohandas Karamchand Gandhi in una foto del 1906

Cosa è rimasto, se qualcosa è rimasto, della lezione di Gandhi nel mondo globalizzato? È la domanda in nuce a questa biografia in cui Gianni Sofri ripercorre l'esperienza formativa del padre dell'India, fuori da ogni tentazione agiografica. Se è difficile immaginare la "rivoluzione" gandhiana al di fuori di un'epoca e di un contesto irripetibile come quello indiano, i principi di carità, amore e fratellanza di cui fu intessuto il suo pensiero avevano una matrice universale. Illuminante, in appendice, è la rilettura del carteggio epistolare tra Gandhi e Tolstoj (1909-1910). Accanto all'amore per il prossimo e al pacifismo, il Mahatma aveva fatto suo l'invito dello scrittore russo (Il Regno di Dio è dentro di voi, 1894) "a non opporsi al male con la violenza".

Alla teoria e alla pratica dell'ahimsa è ispirata tutta la sua vita, comprese le celebri battaglie per la rigenerazione morale, economica e sociale dell'India. Alternativa all'immobilismo dei moderati e alla violenza degli estremisti, la nonviolenza è una linea politica radicale che ha avuto poca fortuna nella storia. Forse perché, diceva Gandhi, professarla richiede uno sforzo continuo, un po' come stare in equilibrio su un filo. "Grazie alla concentrazione l'acrobata può camminare sul filo. Ma la concentrazione richiesta per l'ahimsa è molto più grande. La minima distrazione produce la caduta". Sbandati come siamo fra immobilismo e violenza, non è mai troppo tardi per riprovare.

Gianni Sofri
Gandhi fra Oriente e Occidente
Sellerio
300 pp., 16 euro
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'Visione mistica', Raimon Panikkar dialoga con Angela Volpini

Visione mistica, particolare della copertinaArchivio fotografico Break Point/Flavio Guberti

Nel 2000 a Tavertet, in Catalogna, padre Marcel Cappellades moderò un incontro pubblico con Raimon Panikkar - filosofo e teologo cattolico nato a Barcellona da madre cattolica e padre indù, maestro instancabile nella promozione del dialogo interculturale e della convivenza pacifica tra i popoli - e Angela Volpini, che fra il 1947 e il 1956 visse una straordinaria esperienza mistica dettata dalla visione di Maria. Questo libro intenso testimonia la convergenza di un percorso spirituale volto alla diffusione di un messaggio di fratellanza, pace e speranza per le donne e gli uomini del terzo millennio. Sei domande sui temi fondamentali della vita, al centro la sfida di restituire all'uomo la facoltà mistica capace di metterlo in relazione con il Tutto, superando il blocco di una civiltà che "ha perso il senso divino dell'umano" e ha reso il Divino una cosa spirituale e l'umano una macchina produttiva.

Con un linguaggio diretto e accessibile Panikkar e Volpini smascherano l'insensatezza di ogni dogmatismo. La scoperta del buddhismo, dice l'autore del Cristo sconosciuto dell'induismo, ha comportato la scoperta della libertà religiosa ("se l'atto religioso non è libero, non è né atto né religioso") e l'assoluta necessità del pluralismo: la realtà, compresa quella religiosa che esprime la dimensione più profonda dell'essere umano, "non può essere ridotta a una sola unità né a una sola intellegibilità".

Visione mistica - Raimon Panikkar dialoga con Angela Volpini
Jaca Book
80 pp., 12 euro

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'Fedi in dialogo', di Giancarlo Bosetti

Fedi in dialogo, particolare della copertina

Il mondo ne ha bisogno, sottolinea nel sottotitolo il fondatore di Reset, esprimendo il punto di vista di un laico sull'urgenza di una svolta pluralista in campo religioso. La genealogia del dialogo fra le religioni ha il suo ispiratore nel filosofo e teologo medievale Nicola Cusano (1401-1464), autore di un libricino scritto di getto (De pace fidei) in cui osava porre il dialogo tra le fedi come premessa per la pace. In epoca moderna è invece il pensiero laico di Jürgen Habermas a orientare Bosetti. Nella sua disamina della società post secolare il filosofo tedesco individua un bivio al cospetto del quale si presenta la coscienza religiosa contemporanea: da una parte il fondamentalismo che fugge dalla modernità, dall'altro la "fede riflessiva" che non può rinunciare a "mettersi in rapporto con le altre religioni".

Così facendo il proselitismo si spegne, restando nell'ombra di un pluralismo basato sulla teologia del dialogo. La globalizzazione ci rende pluralisti, conclude l'autore dedicando il capitolo conclusivo ai grandi maestri della tolleranza da un capo all'altro del mondo: da Origene di Alessandria d'Egitto all'imperatore indiano Ashoka, da Averroè a Mohamed Abed al-Jabri, il filosofo marocchino della "critica della ragione araba", fino a Hans Küng e papa Francesco.

Giancarlo Bosetti
Fedi in dialogo: il mondo ne ha bisogno
Editrice Missionaria Italiana
62 pp., 5 euro

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'Vittime e carnefici nel nome di «dio»', di Giulio Albanese

Solo in Africa sono centinaia di milioni le persone perseguitate e discriminate per motivi religiosi - cristiani ma non solo - vittime di violenza da parte di regimi totalitari brutali e razzisti. Ma l'atmosfera ansiogena che il terrorismo antioccidentale e anticristiano ha generato nell'opinione pubblica europea non aiuta a distinguere, a capire in profondità gli scenari in evoluzione di un fenomeno complesso. Per dirla tutta: dal punto di vista psicologico quella jihadista è una strategia vincente. Ecco allora la testimonianza di un attento reporter e scrittore che è prima di tutto padre missionario, Giulio Albanese, da tempo impegnato in prima persona contro la globalizzazione dell'indifferenza e per favorire un dialogo interculturale che non ceda alle prevaricazioni dei violenti. La sua è un'analisi spietata dell'asservimento globale al dio quattrino. Quali sono le vittime e quali i veri carnefici nel nostro Mondo capovolto, come si intitolava un suo saggio di parecchi anni fa? Qual è il profilo psicologico di un terrorista?

Tracciando una mappa degli scenari mondiali delle persecuzioni nel nome dell'idolatria, padre Albanese smitizza l'idea di "scontro delle civiltà" formulata una ventina di anni fa dal professor Samuel Huntington, ponendo al centro i martiri del nostro tempo immolati sull'altare di un'economia violenta e perversa, perseguitati per causa della fame o della finanza. La parola dio compare in minuscolo fin dal titolo, senza sacrilegio perché seminare odio e uccidere nel nome di quel Dio che dà la vita è in sé una palese contraddizione. Piuttosto, afferma l'autore di Missione è comunicazione, "chi ha la pretesa di eliminare quanti la pensano in maniera diversa utilizza la religione solo e unicamente per soddisfare i propri interessi di parte, legati al potere e al denaro". Parole forti e chiare, su cui continuare a riflettere.

Giulio Albanese
Vittime e carnefici nel nome di Dio
Einaudi
180 pp., 17 euro

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Michele Lauro