Camilla Läckberg, La sirena
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Camilla Läckberg, La sirena

Un nuovo caso dai risvolti hitchcockiani per Erika Falck e Patrik Hedström

Premessa: non sono un'appassionata di thriller. La scoperta di Camilla Läckberg  è stata del tutto casuale e non avrei mai pensato di leggere le avventure di Erika e di suo marito Patrick per più di un episodio. Eppure, ogni volta che arriva un nuovo libro della scrittrice svedese lo consumo avidamente (in italiano di episodi ne sono usciti sei). Non sono l'unica a pensarla così perché, all'età di quarant'anni, la signora Läckberg ha venduto oltre 15 milioni di copie in tutto il modo. In Svezia è talmente famosa che è possibile partecipare al Läckberg murder mystery  - un tour guidato per Fjällbacka che mostra i luoghi esatti dove sono state ambientate molte delle scene raccontate nei libri - e al soggiorno Gourmet Läckberg  nel Bed and Breakfast di un amico della scrittrice. 

Il segreto dei thriller della regina del giallo nordico è tutto nella sua capacità di costruire storie che ti fanno sentire "a casa", come se qualche amico fidato ti raccontasse l'avventura sconvolgente capitata a una persona a lui cara. Tutto accade nella tranquilla Fjällbacka, la cittadina turistica sulla costa occidentale svedese in cui Camilla ha trascorso la sua infanzia. Qui vivono i suoi personaggi ricorrenti Erika Falck, scrittrice, e suo marito Patrik, ispettore di polizia. All'improvviso, in tutti gli episodi, qualcosa rompe la quiete apparente. Viene ritrovato un cadavere che appartiene a una persona "qualunque", un cittadino onesto apparentemente privo di nemici. In realtà la sua morte nasconde segreti inconfessabili, che riguardano non uno, ma un gruppo di individui: la verità riemerge dal passato, scatenando una catena di delitti.

La sirena non fa eccezione. Una misteriosa figura femminile allunga la sua ombra su un gruppo di persone, decretandone la morte. Le vittime sono convinte di conoscere l'autore delle lettere anonime che li perseguitano, ma non reagiscono: sanno di essere colpevoli e attendono la loro condanna come se si trattasse del compiersi della giustizia divina. La narrazione procede su due piani temporali paralleli - un passato lontano di sofferenza e un presente minaccioso - che si ricongiungono solo nel finale. Pur avendo gli indizi disseminati ovunque, il lettore non riesce a mettere a fuoco il quadro degli eventi prima che la stessa Läckberg lo chiarisca. Passo dopo passo, si arriva alla soluzione, con una conclusione imprevedibile e molto umana. Per questo, anche quando tutto è chiarito, resta un fondo amaro per la vicenda raccontata. I personaggi della Läckberg sono così reali e ben delineati che nessuno, colpevole o innocente, è solo buono o solo cattivo. In fondo, si tratta di noi e dei nostri vicini di casa.  

@antotris

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Antonella Sbriccoli