Italo Calvino, Sono nato in America, le interviste
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Italo Calvino, Sono nato in America, le interviste

Centouno autoritratti, dal 1951 al 1985: una serie imperdibile di idee, osservazioni, analisi da una delle migliori intelligenze del XX secolo

Il libro sul comodino di questa settimana non può essere che Italo Calvino, Sono nato in America. Interviste 1951 - 1985, appena pubblicato da Mondadori.

Un volume di 668 pagine (curato da Luca Baranelli) che raccoglie 101 interviste e che Mario Barenghi nell'introduzione definisce,

"Il più imponente corpus disponibile di autocommenti calviniani. L'effetto, inevitabilmente, è quello di un nuovo, grande cantiere autobiografico: un'autobiografia in progress, mobile e sfaccettata, costruita per successive espansioni, tra aggiornamenti e riprese, aggiustamenti e conferme, nel rinnovrsi continuo di tempi, rotte, prospettive: un'autopresentazione simile a un prisma rotante che prende forma davanti ai nostri occhi, senza mai consentire una visione completa e stabilizzata."

Le interviste di Calvino sono, nell'insieme, un lungo, frammentato ma analitico saggio sulla letteratura, la scrittura, la storia, sul Calvino scrittore (nonostante la nota ritrosia di Calvino a parlare di se stesso); sulla politica intrecciata alla vita intellettuale (si veda per esempio l'intervista A Bernardo Valli del 1977 su la Repubblica a proposito della "Cultura del Pci negli anni dello stalinismo").

Quasi commovente, tra le altre, l'intervista a PierGiorgio Martellini per il Radiocorriere Tv nel 1970 a proposito della versione televisiva delle novelle di Marcovaldo, un libro che mi son trovato a leggere e ri-leggere spesso, a me stesso o a uno dei miei miei figli giunto all'età giusta. Marcovaldo in tv che ricordo con immenso affetto, allora ero io ragazzino. Una tv che si permetteva Marcovaldo in prima serata. Dice Calvino:

"Direi che, nate dentro di me come storielline di struttura semplicicssima, "popolare" nel senso migliore, trovano ora nella televisione un mezzo appunto popolare, del tutto congeniale. [...] Nanni Loy è in perfetta sintonia con il "mio" Marcovaldo: attonito, spaesato, con quella sagoma allampanata d'una malinconica comicità..."

Come ha scritto Pietro Citati sul Corriere della Sera (24 settembre 2012), queste interviste possono anche essere lette attraverso alcuni paradigmi, uno di questi, per esempio, "l'amatissimo dubbio: non sa quello che fa, è incerto, cambia, muta, si contraddice, va indietro, avanti, guarda dall'altra parte. Abita sempre nel non so dove; e la pedagogia del dubbio e del non so dove è l'unica che possa insegnare agli uomini del suo tempo".

Un libro che, letteralmente, deve stare fisso sul comodino, questo delle interviste di Calvino: da leggere a frammenti, saltando, aprendolo a caso, oppure cercando la parola decisiva ed esatta e precisa, precisamente quella che si voleva leggere. Perché, come dice Calvino riferendosi a Se una notte d'inverno un viaggiatore (intervista di Philippe Di Meo per La Quinzane, 1981), "Lo spazio rappresentato dalla lettura è indistruttibile. Nel mio libro è la lettura che vince".

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Luigi Gavazzi