Gore Vidal: 5 libri per non dimenticarlo
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Gore Vidal: 5 libri per non dimenticarlo

È morto ieri a Los Angeles. La sua eredità nei libri che hanno scandalizzato l'America. Ma l'hanno anche fatta crescere

E' morto ieri, all'età di 86 anni, lo scrittore Gore Vidal. I giornali lo hanno definito - a ragione - l'enfant terrible della cultura americana. Ma la sua forza e la sua storia negli anni ne avevano anche fatto il faro della politica di fede liberal. Un faro che splendeva dalla scogliera di Ravello, la cittadina della costiera amalfitana dove ha vissuto fino alla morte del compagno Howard Austen, nel 2005. E dove, in Italia per il G8 del 94, Hillary Clinton si impuntò per incontrarlo a dispetto del suo fitto calendario di first lady. Perché nipote di un senatore democratico, fratellastro di Jacqueline Kennedy, cugino di Jimmy Carter e di Al Gore, per i leader democratici americani era lo zio a cui non si poteva non fare visita.

Vidal ebbe molte passioni, a cominciare dal cinema frequentato da sceneggiatore dai tempi di Ben Hur a Improvvisamente l'estate scorsa e da attore (nei panni di se stesso) per Federico Fellini in Roma. Ma fu nei libri che trovò il filo conduttore della sua vita intellettuale scandalosa e prolifica. Eccone cinque. Imperdibili.

La statua di sale
L'amore omosessuale tra due ragazzi belli e atletici della media borghesia. Non è peccato parlarne oggi, ma nel 1948 quando Vidal diede alle stampe La statua di sale, in America si rischiava il linciaggio per molto meno. Anche i democratici New York Times, Time e Newsweek gliela giurarono. Ma Vidal che volava alto riuscì ugualmente a porre la prima pietra miliare nella battaglia per i diritti civili dei gay. E a ricordare per l'ultima volta Jimmie, il giovane amore morto in guerra, durante la battaglia di Iwo Jima.

Giuliano
L'imperatore romano del quarto secolo che tentò di restaurare il culto degli dei pagani sopraffatto dal cristianesimo, e che per questo passò alla storia come l'apostata. Vidal lo racconta tra pubblico e privato, attraverso la corrispondenza immaginaria tra due filosofi, Libanio e Prisco. Ne esce il ritratto di un uomo che amava profondamente la filosofia.

Myra Breckinridge
E' il 68 e sono passati "solo" vent'anni da La Statua di sale, quando Vidal torna a fare scandalo con una commedia satirica sul gioco dei sessi. Myra è una transessuale che si finge vedova di se stesso, poi torna uomo e sposa una donna. Ci sarà anche un seguito, Myron, dove lo scrittore per aggirare la censura sostituirà provocatoriamente i termini sessuali con i nomi dei giudici della Corte Suprema americana.

Palinsesto
A metà degli anni 90 Vidal decide che è venuto il momento di raccogliere le tracce di una vita vissuta come opera d'arte e dà alle stampe la prima parte della sua autobiografia, dove tutti i protagonisti sono di un certo peso. Dai Kennedy a Jack Kerouac, a Anais Nin, fino a Paul Newman. E siamo solo a metà dell'opera (seguirà secondo volume dal titolo Navigando a vista).

E domani ancora guerra. La crisi dell'impero Usa
Perché Vidal fu anche (soprattutto?) la voce critica dell'America. Questo libro raccoglie una serie di belle interviste contro "l'esportazione della democrazia". Profetico, Vidal parla del tracollo economico e spiega come la crisi degli Usa rischia di travolgere il mondo intero. E poiché siamo a metà degli anni 2000, non omette di dire cosa pensa di George W Bush: "un cretino, ma suo padre lo è di più".

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Eugenio Spagnuolo