Cormac McCarthy e il cinema, una lunga storia
Mark Von Holden/Getty Images for Dimension Films
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Cormac McCarthy e il cinema, una lunga storia

'Child of God' è solo l'ultimo film tratto dai romanzi del grande scrittore, che sembra avere un rapporto privilegiato con Hollywood e non solo

Dall’ultima Mostra del Cinema di Venezia , appena conclusa, continuano ad arrivare gli echi delle impressioni su Child of God, film di James Franco ispirato all’omonimo romanzo di Cormac McCarthy (in Italia per Einaudi con il titolo Figlio di Dio ). Al di là dei buoni giudizi raccolti, il film rappresenta solo l’ultimo esempio di un rapporto molto stretto fra l’autore statunitense e la settima arte, grazie anche a uno stile di scrittura caratterizzato da dialoghi che sembrano già perfetti per finire sul grande schermo.
 
Ben note sono infatti le altre trasposizioni di suoi romanzi, come il fortunatissimo Non è un paese per vecchi  diretto dai fratelli Coen nel 2007 o The Road (La strada ) di John Hillcoat nel 2009. Prima ancora c'era già stato il meno fortunato Passione ribelle di Billy Bob Thornton, con Matt Damon e Penélope Cruz, pellicola del 2000 tratta da Cavalli selvaggi , primo libro della cosiddetta Trilogia della frontiera (assieme a Oltre il confine e Città della pianura ). E da un po' di tempo poi si rumoreggia di un adattamento di Meridiano di sangue , con ancora lo zampino di James Franco.

McCarthy si è impegnato anche direttamente come sceneggiatore: The Gardener's Son del 1976, utilizzato l’anno seguente per una puntata della serie tv Visions, diretta da Richard Pearce, e The Counselor, attesissimo progetto che uscirà nelle sale a novembre, in collaborazione con Ridley Scott.

Ma non solo cinema: lo scrittore di Providence ha all’attivo anche due testi teatrali, The Stonemason: A Play in Five Acts e The Sunset Limited, il primo del 1994 e il secondo del 2006, a sua volta trasformato in film tv nel 2011 per la regia di Tommy Lee Jones.

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Andrea Bressa