Geometria lirica di Fausto Melotti
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Geometria lirica di Fausto Melotti

Il Mart di Rovereto celebra lo scultore che seppe conciliare leggerezza e rigore

di Giuseppe Frangi

Nel 1935 un giovane Fausto Melotti aveva esposto le sue sculture astratte alla Galleria del Milione di Milano, raccogliendo perplessità e scetticismo. Pubblico e critica non erano pronti a tanta novità: Melotti ne prese atto e con una decisione che dice molto del personaggio decise di passare ad altro. Si dedicò alla ceramica, producendo oggetti raffinatissimi e mettendosi al servizio di grandi architetti. Per esempio, disegnò meravigliosi rivestimenti di ceramica azzurra per la sede dell’Alitalia di New York, progettata da Gio Ponti. Ci vollero oltre 20 anni perché Melotti riprendesse quel discorso improvvisamente sospeso nel 1935. Anche in questo caso il modo dice molto dell’uomo: mostrò i nuovi lavori pubblicandoli su Domus con un titolo emblematico: Sculture astratte del 1935 e del 1962. Ciò dice che gli anni mancanti erano stati vissuti da Melotti non come una traumatica scissione ma come una sospensione fisiologica, in attesa che il mondo attorno si rimettesse alla pari.

In realtà il nuovo Melotti si era lasciato alle spalle il rigore geometrico per lasciare più spazio alla propria natura lirica, anche se le due componenti continuavano a coesistere in straordinaria armonia. Non è perciò un caso che la bella mostra dedicata a Melotti al Mart di Rovereto accomuni nel titolo, Angelico geometrico (dal 23 giugno al 30 settembre), due componenti che sembrano contrastanti. "La mia scultura è assolutamente contrappuntistica" spiegava Melotti. "Non nasce da una legge, non è abbandonata all’estro che svolazza o meglio questo svolazzo è collegato a leggi geometriche".

La mostra offre un centinaio di opere dello scultore (che proprio a Rovereto era nato nel 1908) fra quelle di autori che con Melotti sono entrati in relazione o sono stati per lui riferimenti. Si tratta solo di opere di proprietà o in deposito al Mart: il che rivela la ricchezza del patrimonio che il museo ha accumulato in 10 anni di vita, e dimostra come si possa proporre una strategia a basso costo e ad alta valorizzazione. Per l’occasione è stato completato il restauro di un’importante opera di Melotti, Scultura H. La grande clavicola (1971), alta 4 metri, ora sistemata definitivamente nel parco delle sculture del Mart.

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