Contro l'Isis scende in campo una task-force di archeologi
David Connolly
Lifestyle

Contro l'Isis scende in campo una task-force di archeologi

Al via la missione Endangered Archaeology per salvare i beni artistici del Nord Africa e del Medio Oriente dalla follia del califfato

I saccheggi e le distruzioni perpetrate dagli estremisti islamici stanno seriamente compromettendo il patrimonio archeologico delle regioni sotto il controllo dell'Isis. Ultimo in ordine di tempo a essere stato colpito il museo di Mosul: statue assire polverizzate e centinaia di reperti depredati e destinati al mercato nero per finanziare la jihad.

Endangered Archaeology
La missione (letteralmente, Archeologia in pericolo di estinzione) è stata promossa dall' Università di Oxford e dall' Università di Leicester ed è finanziata dall'Arcadia Fund. L'obiettivo è quello di catalogare l'immenso patrimonio archeologico in Nord Africa e in Medio Oriente, costantemente minacciato da guerra e saccheggi illeciti ma anche da una pressione demografica crescente, espansione delle attività agricole e delle città.


Missione dal cielo
Le aree in pericolo sono pressoché inaccessibili e pericolose per gli operatori a terra. Gli archeologi si affideranno pertanto a immagini satellitari e a riprese aeree per catalogare un immenso e spesso non ancora documentato patrimonio archeologico. Resti in pietra e terra sono ben visibili dall'alto. Essi comprendono insediamenti, tombe, fortezze, città, sistemi di irrigazione e coprono tutte le epoche dalla Preistoria ai giorni nostri. La missione è guidata dai professori David Kennedy e Robert Bewley che hanno già sperimentato questa metodologia su larga scala in Giordania, ottenendo ottimi risultati.

Un Database Open Access
Il team di ricerca ha stimato che in tutto il Medio Oriente e Nord Africa ci potrebbero essere circa 35 milioni di siti archeologici, molti dei quali sono già sotto minaccia, mentre altri potrebbero esserlo nell'immediato futuro. Informazioni sul contesto storico e sulle condizioni di ciascuno dei siti sensibili saranno rese disponibili in un Open Access database. I dati potranno quindi essere fruibili da chiunque. La missione Endangered Archaeology collaborerà con le autorità locali competenti per la protezione dei siti: l'intenzione è quella di creare una rete di operatori sul territorio per la gestione e la preservazione dei luoghi sensibili.

Gli archeologi del progetto Endangered Archaeology prevedono di rendere disponibili maggiori informazioni già dal mese prossimo. Il sito web della missione verrà pubblicato a breve mentre i primi dati raccolti saranno disponibili entro il corso dell'anno.

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Filippo Brandolini

Archeologo specializzato in Archeologia Medievale e Micromorfologia Archeologica del Suolo presso l'Università Degli Studi di Milano.

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