Fra me e lei c’era un abisso in cui avrei voluto gettarmi
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Fra me e lei c’era un abisso in cui avrei voluto gettarmi

È un attimo ben preciso: quando risulta che colui o colei che amiamo è la stessa persona, tra tutte quelle che vivono, che non dobbiamo amare. O forse è un istante prima, quando i contorni dei suoi occhi non …Leggi tutto

È un attimo ben preciso: quando risulta che colui o colei che amiamo è la stessa persona, tra tutte quelle che vivono, che non dobbiamo amare. O forse è un istante prima, quando i contorni dei suoi occhi non rimandano più la nostra immagine, o quello immediatamente dopo, quando in quel volto a noi interdetto è dipinta l’indifferenza. Lui, lei, non è all’altezza di ciò che ci ha ispirato, eppure nessuno è altrettanto capace di sbarazzare la nostra vita da tutto quello che ci fa male.

È l’attimo che Stendhalfa seguire a tutte le cristallizzazioni e che anticipa, e forse elimina, la possibilità della delusione. È un attimo rispetto a cui la fine dell’amore sarebbe niente. Perché è puro «inabissamento», sofferenza senza contropartita, «squagliamento» di fronte a un altro che non ci guarda più. Se Adorno scrisse: «Sei amato dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza», qui non c’è più a chi mostrarsi: come verificarne la “risposta”?



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Daniela Ranieri

Daniela Ranieri vive a  Roma, anche se si domanda perché ciò dovrebbe avere importanza in questa sede. Ha fatto reportage e documentari per la tv. Ha fatto anche la content manager, per dire. Vende una Olivetti del '79, quasi  nuova. Crede che prendere la carnitina senza allenarsi faccia bene uguale. Ha pubblicato il pamphlet satirico "Aristodem. Discorso sui nuovi radical chic" e il romanzo "Tutto cospira a tacere di noi" (entrambi Ponte alle Grazie) 

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