Contro il rispetto in amore
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Contro il rispetto in amore

Il buon medico e marito Charles Bovary porta ad Emma un rispetto tranquillo, garanzia di una vita uniforme, serena, fondata su un’amicizia perfetta con vista su un piccolo giardino borghese. Le mette a disposizione una biblioteca ben fornita per …Leggi tutto

Il buon medico e marito Charles Bovary porta ad Emma un rispetto tranquillo, garanzia di una vita uniforme, serena, fondata su un’amicizia perfetta con vista su un piccolo giardino borghese. Le mette a disposizione una biblioteca ben fornita per la sua crescita intellettuale e ha, ancora, rispetto per le sue letture, che lungi dal calmarla la affamano di romance. E lei mente, tradisce, scappa.

Nell’Etica, Spinoza mette il rispetto nella lista delle passioni tristi, insieme a: la vergogna, l’odio, il disprezzo, il dolore, la malinconia, l’orrore, l’avversione, la disperazione, la delusione, la derisione, l’indignazione, l’umiltà, il pudore, l’invidia, la vendetta, il biasimo, la pietà, lo sdegno, lo stupore, la collera, la crudeltà, il pentimento, la svalutazione di sé e la gelosia. Emma le patisce tutte, tranne il rispetto, e non ne vuole dai suoi bellimbusti. Léon e Rodolphe non ne hanno un briciolo per lei: perciò li ama.

Valga su tutte la confessione più radicale in proposito, dalla penna di Howard Jacobson: «Non saprei spiegare per quale ragione sia così indispensabile, perché io mi innamori di una donna, che uno di noi due si senta in qualche modo offeso. Il mio impulso è di rigirare la domanda: come fa la gente a legarsi sentimentalmente a qualcuno laddove non esiste nessuna storia di disprezzo, nessuna traccia di ignominia a stimolare la passione? Suppongo che niente di tutto ciò sia necessario quando il sesso è considerato un’attività naturale, conforme alla civiltà e alle buone maniere, e a tutte le arti della reciproca considerazione e della raffinatezza sociale. Ma quello è un genere di sesso che non trovo particolarmente soddisfacente. Senza dubbio, una volta che ci si lascia alle spalle la condizione animale il sesso è un’aberrazione; di conseguenza, per essere davvero sesso, può attecchire solo sullo squilibrio e sul rovesciamento, sull’usurpazione delle norme del vivere civile, e sull’indifferenza per quel che di regola è “dovuto”. In quanto esseri civilizzati non possiamo fare a meno del rispetto; ma come creature sessuali non possiamo rinunciare al suo opposto».

In Erosdi Giovanni Verga, la marchesa Alberti sa che il marito ha smesso di amarla quando, arrivando da lei nel cuor della notte dopo una serata mondana, le annuncia – lo “sguardo corrugato” e “il sigaro in bocca” – che si batterà in duello con un uomo che l’ha offesa. Interrogato, spiega che il motivo per cui lo fa non è l’amore, ma il «rispetto» per lei, ovvero la versione pubblica dell’onore che le fa ogni notte evitando persino di sfiorarla.

Perché il rispetto è cosa diversa dalla gentilezza coniugale, e quando si giunge ad esso – a chiederlo e a provarlo – è perché la mente ha avuto il tempo di raffreddarsi e di considerare le buone maniere prima ancora che il suo e il loro tracollo, la sua e la loro sconfitta, la voluttà del suo annientamento nel glorioso oltraggio della passione, nell’azzeramento nell’altro di ogni ombra di rispettabilità.

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Daniela Ranieri

Daniela Ranieri vive a  Roma, anche se si domanda perché ciò dovrebbe avere importanza in questa sede. Ha fatto reportage e documentari per la tv. Ha fatto anche la content manager, per dire. Vende una Olivetti del '79, quasi  nuova. Crede che prendere la carnitina senza allenarsi faccia bene uguale. Ha pubblicato il pamphlet satirico "Aristodem. Discorso sui nuovi radical chic" e il romanzo "Tutto cospira a tacere di noi" (entrambi Ponte alle Grazie) 

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