Ugo Nespolo, Eicma e l'Italia che guarda al futuro
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Ugo Nespolo, Eicma e l'Italia che guarda al futuro

Intervista all'artista piemontese, autore del giocoso poster che lancia l'edizione 2015 del Salone motociclistico

Ruote, contachilometri, guanto e casco, candela e catena, ma anche note musicali e cuore... Su uno sfondo rosso passione brillano di colori le icone che Ugo Nespolo ha scelto per celebrare Eicma 2015. 

L'artista piemontese firma il visual della nuova campagna pubblicitaria internazionale dell'Esposizione Mondiale del Motociclismo, che si terrà a Milano dal 17 al 22 novembre. "Mettiamoci in moto" è il claim che accompagna le immagini vivaci e turbinose e che suona come invito giocoso agli amanti delle due ruote ma anche come stimolo dai significati più profondi, un'esortazione al settore motociclistico che ha stretto i denti andando avanti e proponendo nuovi modelli e tecnologie.

"Ho pensato a qualcosa che già dallo slogan desse un'idea di movimento, rifacendomi al concetto di energia vitale, già dal rosso del fondo", ci spiega Nespolo dal suo studio torinese. "Quel 'Mettiamoci in moto' è però anche un invito perché tutti si diano da fare. È uno sprone per l'Italia, anche per gli operatori culturali".

Nespolo, pittore e scultore sensibile alle contaminazioni della pop art e del neodadaismo e alle esperienze di Enrico Baj, nonché sperimentatore cinematografico, ha spesso esplorato il rapporto ludico tra arte e immagine. Il respiro istintivamente allegro che anima le sue opere ben rappresenta un evento di carattere internazionale come Eicma, un luogo vivace e multiforme dove si intrecciano tendenze innovative e tradizione.

Com'è stato lavorare a questo progetto?
"Eicma è un'istituzione, uno dei saloni più importanti al mondo che mette in evidenza le qualità italiane del settore motociclistico", afferma il maestro. "È stato un lavoro divertente, a cui forse seguirà un filmato di animazione". 

Quale spirito anima questa opera?
"Per Eicma non ho fatto che ripetere la mia forma artistica. Il visual porta a una lettura immediata, sotto la chiave del gioco e in parte fanciullesca: un piccolo panorama di bellezze tecnologiche. Ma si presta anche a una lettura più attenta, che chi osserva può approfondire, se vuole. Si tratta di un'opera aperta, come direbbe Umberto Eco". 

Lei ha già realizzato nel 2014 una delle opere celebrative dei cento anni dell'Esposizione.
"Sì ma quella era su un tema diverso, che coinvolgeva il mondo della bici e quello della moto. Quella attuale è invece un'immagine dell'Italia che sarà".

Non è certo la prima volta che il mito della velocità si sposa al mondo dell'arte.
"È un binonio radicato. In Italia furono i futuristi a coltivare il sogno della velocità. Per loro la passione per il dinamismo e la bellezza tecnologica era un tema centrale. Il Futurismo sosteneva che un'automobile in corsa fosse più bella della Nike di Samotracia. Ma la velocità ha entusiasmato anche il cinema, da James Dean a Steve McQueen, che avevano il mito delle automobili, fino ai film di 007, pieni di inseguimenti automobilistici. È un riflesso dell'arte, che dovrebbe essere non solo statica". 

Sul suo sito c'è una foto in cui la si scorge in sella a una moto. Ugo Nespolo è appassionato di due ruote?
"Sono stato appassionato, da ragazzo. Ho anche lavorato alla prima art-bike della BMW, alla ristilizzazione di alcune moto, per la Ducati, e pure di molte auto". 

Maurizio Bosio
Ugo Nespolo nel suo studio di Torino

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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