Roméo et Juliette, alla Scala ballerini a piedi nudi
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Roméo et Juliette, alla Scala ballerini a piedi nudi

Danza, coro e orchestra insieme per la grande opera contemporanea di Sasha Waltz "importata" dall'Opéra di Parigi. Una prima assoluta per l'Italia

In lieve ritardo rispetto al cartellone causa sciopero del Corpo di ballo lo scorso 19 dicembre, apre questa sera con Roméo et Juliette su coreografia di Sasha Waltz la stagione di Balletti del Teatro alla Scala di Milano. Si tratta di un debutto importante, interessante per i vari aspetti che è in grado di proporre. "Più che un balletto ho voluto portare in scena un’opera corale" ha spiegato la 49enne coreografa tedesca cresciuta professionalmente tra New York e Amsterdam. Che mostrerà al pubblico scaligero nuovi orizzonti creativi. Per spiegarli, possiamo cominciare con il sottolineare il gran lavoro che Sasha Waltz ha effettuato con i ballerini scaligeri, plasmati dal repertorio classico e chiamati dalla coreografa a fondersi con il suo linguaggio contemporaneo.

Proseguiamo evidenziando la presenza dell’orchestra al completo e del coro, che con le voci accompagnerà ogni gesto e ogni movimento aumentandone l’impatto drammatico. Infine, va detto che si tratta di un'opera prima assoluta per il pubblico italiano, poco abituato a esplorare nuovi linguaggi all'interno dei grandi teatri d'opera.

Insomma, Roméo et Juliette di Sasha Waltz è un lavoro d’avanguardia, rimontato appositamente per la Scala di Milano e che chiede al fine palato del pubblico milanese di apprezzare nuove sperimentazioni. Coreografato sulle note della sinfonia drammatica di Bérlioz, questo balletto rilegge la grande opera shakespeariana distaccandosi nettamente dalle tradizionali coreografie di Kenneth McMillan o di John Cranko su musiche di Prokofiev (senza dimenticare anche la versione coreografata da Nureyev). Creato nel 2007 per l’Opera di Parigi, Roméo et Juliette mette al bando le scarpette da punta e porta i danzatori sul palco a piedi nudi, ponendo l’accento sulla coreografia di gruppo per evidenziare quello che Sasha Waltz ritiene il cuore del dramma shakespeariano: ovvero il contrasto tra le famiglie dei Montecchi e dei Capuleti, di cui Romeo e Giulietta sono le vittime.

L’opera viene "esportata" per la prima volta e per replicarla la coreografa ha sottoposto il corpo di ballo a un durissimo lavoro tecnico, espressivo ed emotivo. "Questo è decisamente un balletto contemporaneo" ha detto la Waltz (che a Berlino dirige da vent’anni una sua compagnia). Un lavoro che incuriosisce per il tema, il linguaggio inusuale e la voglia sperimentazione e novità, che da Vasco Rossi con il balletto L'altra metà del cielo sino a Concerto Dsch di Alexei Ratmansky sta ormai caratterizzando gli impegni del corpo di ballo scaligero sotto la direzione di Makhar Vaziev .
A danzare la prima, saranno le stesse étoiles per cui il balletto è stato creato: Aurélie Dupont e Hervé Moreau (in scena oggi e domani) cui si alterneranno dal 30 dicembre le coppie scaligere Emanuela Montanari-Antonino Sutera (protagonisti anche il 2, 5 e 8 gennaio) e infine Petra Conti-Eris Nezha, che danzeranno il 3 e 4 gennaio prossimi. Per tutte le rappresentazioni, accanto al Coro del Teatro alla Scala diretto da Bruno Casoni ci saranno tre voci soliste: Ekaterina Semenchuk (mezzosoprano), Leonardo Cortellazzi (tenore) e Nicolas Cavallier (basso), nel ruolo di padre Lorenzo che già ha interpretato nel 2012 all’Opéra di Parigi.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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