Jeff Koons, dal pop all'arte classica
Paola Camillo
Lifestyle

Jeff Koons, dal pop all'arte classica

Apollo e Venere ispirano l'artista statunitense, in mostra a New York

Con una sfera magica blu cobalto, Jeff Koons fa il sold out delle opere in mostra a New York. Il golden boy della storia dell’arte torna alla ribalta con due mostre parallele in due delle più famose gallerie del mondo, Gagosian e David Zwirner, che espongono un nuovo corpus di lavori dell’artista americano.

Koons stavolta entra audacemente nell’empireo del mondo classico, dipanando per lo spettatore un pianeta di veneri, dionisi, diane, fauni, centauri e altre figure mitologiche della statuaria romana che la bottega Koons ha riprodotto meticolosamente aggiungendovi, quasi come marchio di fabbrica, una “Gazing Ball”, una sfera di vetro blu che si adagia sulle sculture e riflette il mondo reale circostante.

Il materiale scelto è plastilina bianchissima che conferisce alle statue una natura camaleontica tra marmo e plastica. L’ambiguità sottile è come sempre la firma di Koons; e il tema della finzione è il suo spartito musicale prediletto, che orchestra abilmente a più livelli di significato. Da un lato le statue classiche, dall’altro la palla di vetro, elemento decorativo dei giardini della sua infanzia in Pennsylvania. Le figure sono riprodotte con la tipica alternanza di superfici lisce e corrose delle sculture antiche ma tutto è nuovissimo di zecca, diafano, accecante, e galleggia in un gioco di rimandi tra finzione e verità – o meglio legittimità - della finzione. Il tema del sesso, un altro fil rouge della sua arte, percorso sin dai tempi dell'ultra osé “Made in Heaven” insieme a Cicciolina, rimane marginale stavolta, perché Koons punta ancora più in alto: “con questi nuovi lavori cerca di scalfire il suo nome nella storia dell’arte, attingendo letteralmente alla storia dell’arte” come ha detto il critico di New York Magazine Carl Swanson.

Di sicuro c’è che ha sbancato il mercato vendendo tutte le opere in mostra alla galleria Zwirner, con prezzi che andavano da un minimo di 4mila dollari fino ai tre milioni di dollari.

Dopo essersi lasciato alle spalle il matrimonio con Cicciolina e una lunga battaglia legale per l’affidamento del figlio, oggi Koons vive con la moglie, ed ex assistente, Justine, e una prole di sei figli, lavorando negli immensi studi Chelsea, il quartiere-potentato dell’arte Usa.

L’anno di Koons sembra essere iniziato. Non solo le due mostre da Zwirner e Gagosian, ma nel 2014 arriverà anche una retrospettiva al Whitney Museum che, con Jeff Koons, chiuderà la sua sede nel vecchio edificio dell’Upper East Side prima di trasferirsi nel nuovo museo progettato da Renzo Piano.

L’empireo Koons, basato sul gioco della finzione, è sempre più reale.   

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Paola Camillo