Swan Lake Reloaded, e il balletto diventa fetish
Ufficio Stampa Teatro Arcimboldi
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Swan Lake Reloaded, e il balletto diventa fetish

Dalla Svezia al Teatro Arcimboldi di Milano il Lago dei Cigni rivisto in chiave rock. Street dance e danza contemporanea tra pop music e Ciajkovskij

Qual è la ragione del successo di Swan Lake Reloaded nel suo tour internazionale? La risposta è in una parola: le emozioni, libere.

Che possono essere tranquillamente ispirate dalla musica classica, anzi di più da colui che è il re della musica del balletto del repertorio ottocentesco. Se infatti all'epoca Ciajkovskij intrerpretava il suo tempo, oggi lo stesso spartito può anche ispirare visioni di sesso, prostituzione e feticismo da esprimere attraverso la danza contemporanea, la street dance e l’acrobazia. Meglio se miscelata con musica composta ad hoc da musicisti pop e rock internazionali.

Se si vuole davvero godere dell’opera del coreografo svedese Fredrik Rydman (tra l’altro direttore artistico dell’X-Factor scandinavo ) in cartellone al Teatro degli Arcimboldi dal 17 al 23 marzo bisogna sedersi in platea con lo spirito giusto. Via le gabbie mentali, spazio alla fantasia sospendendo la tentazione del giudizio. Risultato? Libertà e colori. E non è mica poco.

Potrà forse meravigliare un po’guardare una variazione dei quattro cignetti totalmente rivoluzionata: dove a ballare sono solo i piedi, nudi, a comporre figure geometriche illuminate dai riflettori. Potrà far sorridere guardare le interpreti con la parrucca platino al posto della cuffia di piume e del tutù bianco, ma alla fine diverte perché più vitale e accetta che nel 2014 anche le fiabe siano cambiate.  E c’è anche il sesso nelle fiabe. E chissà se tutti vissero felici e contenti. E chissà se l’amore vero vince sullo sfruttamento del corpo, della prostituzione e della mercificazione senza sentimenti. Una metafora della società moderna?

L’idea di Swan Lake Reloaded (spettacolo vietato ai 12 anni) è venuta a Rydman all’interno di un negozio fetish di Londra. “Stavo dando un'occhiata a Camden Market e ho visto queste gonne di pelle nera con nappe intrecciate”, racconta il coreografo. “La cosa strana è che mi hanno ricordato dei cigni scuri e ho pensato: e se i cigni ne Il lago dei cigni fossero prostitute drogate e il cattivo Rothbart il loro protettore? Ero totalmente rapito dall'idea che ho verificato subito su Google se qualcuno avesse già riflettuto su questa interpretazione”.

Nessuno lo aveva fatto. E nasce così l’opera in cui il mago Rothbart è uno spacciatore tossicodipendente, che usa la droga per ottenere e esercitare potere intorno a sé. I cigni sono prostitute in pellicce bianche, stivali di vernice e tacchi a spillo, soggiogate dal protettore/pusher Rothbart. Moderni interpreti dell’eterna lotta tra bene e male.

Dal suo debutto a Stoccolma nel 2011, questo mix di danza, design,  musica pop e classica ha conquistato pubblico e critica un po’ ovunque in Europa registrando sempre il tutto esaurito. Un premio all’originalità, che in realtà è però corretta interpretazione dei tempi che stiamo vivendo: i social network non hanno eliminato molti gradi di separazione tra cultura alta e popolare? Tra élite e massa? Non hanno cambiato confini e tabù nazionali disegnando qualcosa di nuovo? In Svezia è viva la tradizione di Mats Ek che ha rivisto in modo speso provocatorio molti classici del balletto (è sua la Giselle chiusa in manicomio ) ma con Swan Lake Reloaded c’è revisione ma anche più contaminazione, televisiva, culturale, musicale.

Ce lo spiega lo stesso Rydman, fondatore della compagnia di danza Bounce, quando dice: “Voglio creare il mio linguaggio, una danza contemporanea e urbana che possa fondersi perfettamente con alcuni riferimenti classici. Perché tutto è danza”. Da segnalare di graffiti di Daniel “Mr Puppet Blomqvist e la scenografia firmata da Lehna Edwall e dallo stesso Rydman.  

Teatro degli Arcimboldi
dal 17 al 23 marzo 
Viale dell’Innovazione, 20 – 20126 Milano
Tel. 02.64.11.42.212/214
www.teatroarcimboldi.it

  

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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