Addio a Gerardo Marotta, l'"ultimo giacobino"
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Addio a Gerardo Marotta, l'"ultimo giacobino"

Ha fondato e presieduto l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Avrebbe compiuto 90 anni ad aprile. Sabato lutto cittadino a Napoli

E' morto a Napoli l'avvocato Gerardo Marotta, fondatore e presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che portò ad assumere rilevanza internazionale. Avrebbe compiuto 90 anni il 26 aprile.

L'"avvocato", così era conosciuto, era ricoverato nella Clinica Hermitage Capodimonte per le conseguenze di una caduta. "La città perde un grande uomo, stimato in tutto il mondo, soprattutto per la sua instancabile guida dell'Istituto. Io perdo anche un amico. Gerardo era un profondo pensatore libero, un filosofo acuto e sensibile'' dice il sindaco Luigi de Magistris.

Lutto cittadino nel giorno dei funerali di Gerardo Marotta. E' la decisione del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, in omaggio dell'avvocato scomparso martedì notte a 89 anni. In occasione dei funerali, che saranno celebrati sabato in forma laica, le bandiere di Palazzo San Giacomo e del Consiglio comunale saranno a mezz'asta.

L'"ultimo giacobino" che amava Croce
Laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti alla Federico II, con una tesi in filosofia del diritto, Marotta si avvicinò all'Istituto italiano per gli studi storici di Benedetto Croce, dopodiché, nel 1975, diede vita all'Istituto italiano per gli studi filosofici.

Oltre a presiedere l'Istituto, Marotta è stato a lungo animatore e presidente onorario dell'assise di Palazzo Marigliano, assemblea di cittadini con il fine di costituire un centro permanente di formazione, di ricerca sui problemi della società civile, dell'ambiente, dell'urbanistica.

ll suo Grande Sogno era veder concretizzarsi e trionfare la Repubblica di Platone, che lui vide in parte manifestarsi, anche a Napoli, nel 1799. Quel periodo storico di idee libertarie e illuministe ha sempre animato gli studi e la filosofia de "l'ultimo giacobino", come spesso veniva chiamato.§

Un amore sconfinato per i libri
Per i libri, Marotta ha combattuto, fino all'ultimo. E uno dei momenti più complicati della sua vita è proprio legato al destino di ben 300 mila libri - anche edizioni originali di Benedetto Croce, Giordano Bruno, cuore della biblioteca dell'Istituto - che anni fa finirono in degli scatoloni destinati ad un deposito di Casoria, in provincia di Napoli. La storia dei libri e degli scatoloni è del 2012.

L'Istituto prima riceveva fondi dallo Stato poi, denunciò allora Marotta, non più. In quegli anni l'avvocato puntò il dito contro una delibera della Regione Campania del 2011 che avrebbe fermato tutto e che sarebbe stata "responsabile" della collocazione dei libri negli scatoloni visto che la sede affidata non era stata mai messa a punto.

La Regione Campania precisò di aver fatto la sua parte ma intanto Marotta mise in piedi una battaglia in difesa di libri che erano un pezzo di storia. "Giordano Bruno perché deve andare in deposito? Come fa un giovane a consultare un libro di Benedetto Croce se sta chiuso in un pacco?, si chiedeva con rammarico Marotta. Marotta, che il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, sperava fosse nominato senatore a vita - nel 2015 avanzò la richiesta al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

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Redazione