Venezia 2012, Superstar di Xavier Giannoli e la critica affilata ai media
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Venezia 2012, Superstar di Xavier Giannoli e la critica affilata ai media

Il primo dei due francesi in concorso al Lido affonda l'attacco alla presenza ossessiva dei media nella nostra vita e all'acritico accodarsi del pubblico da casa

Perché? Perché all'improvviso l'uomo qualunque Martin Kazinski brillantemente interpretato dal frastornato e ottimo Kad Merad di Giù al Nord si ritrova celebre, accerchiato sulla metro da sconosciuti che chiedono autografi o fotografie insieme, da smartphone che rubano scatti o video, catapultato su YouTube, cliccato su siti internet...

Tra pacati applausi il film più feroce che grottesco di Xavier Giannoli debutta come primo dei due francesi in concorso alla Mostra del cinema di Venezia e si chiede insistentemente questo "pourquoi?", ma la domanda è solo un pretesto per indagare la realtà contemporanea dove a volte basta poco e servono minimi talenti (talvolta nessuno) per diventare "famoso" e altrettanto poco per essere dimenticato o disprezzato. Ecco che emergono poi tanti, inquietanti più che comici, temi "altri", dalla presenza ossessiva dei media nella nostra vita all'acritico accodarsi e lasciarsi trasportare della platea della "gente comune", così facile alla venerazione come all'odio, ovviamente entrambi superficiali.

Quando Martin rompe la diga dell'autocontrollo sbotta in diretta tv in un urlo tragico e agghiacciante che rasoia dentro. E cosa fa il pubblico da casa che coglie la superficialità del flusso proposto e non la profondità del singolo individuo? Prende in prestito quell'urlo a mo' di spot da ridere e su YouTube ecco che pullulano video di infermieri, commessi, postini, persone qualunque che si aprono in un urlo.

Aiutato da musiche opprimenti che turbano e creano suspense, Giannoli crea un'atmosfera quasi da incubo che porta irrimediabilmente a interrogarsi. Nel mondo della tv di squali alla ricerca da storie da spolpare c'è la confusa Fleur, interpretata dalla belga Cécile de France (già vista in Hereafter e Il ragazzo con la bicicletta), sempre più attrice di calibro internazionale nella sua bellezza delicata ma carismatica. A lei è affidata la morale consolotoria del film.

Buffo è notare come poco fa il nostro Roberto Benigni si trovò in un ruolo simile a quello di Merad nel film di Woody Allen To Rome with Love . La chiave del regista americano era però decisamente più giocosa. Giannoli ha raccontato di aver accennato tempo fa la trama di Superstar all'agente di Woody Allen. Come dire: se qualcuno ha "copiato" è stato lui. Ma comunque ha affermato senza rancori: "Posso dire che il romanzo cui mi sono ispirato, L’idole di Serge Joncour, è uscito nel 2005, e che ho una stima enorme per Woody Allen".

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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