A Venezia Passion, thriller al femminile firmato Brian De Palma
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A Venezia Passion, thriller al femminile firmato Brian De Palma

In concorso al Lido il nuovo film del regista di Gli Intoccabili tra perversioni, desideri proibiti e scorrettezze "tra colleghe"

La vendetta delle sottoposte. Potrebbe essere il sottotitolo ideale di Passion, nuovo lavoro di Brian De Palma, applaudito e fischiato alla Mostra del cinema di Venezia in egual misura. Il motivo? È un thriller di stampo hitchcockiano che divide, inquieta, illude in un gioco magistrale con lo spettatore che solo un cineasta del suo livello sa mettere in scena.

Protagonista un duo di attrici che fa scintille: la versatile Rachel McAdams (a Venezia anche con un altro film, To the Wonder di Malick) e la talentuosa svedese Noomi Rapace, che dopo Sherlock Holmes: Gioco di ombre è stata ufficialmente adottata dal cinema americano. La prima scena ne immortala la convincente abilità nelle espressioni: ci sono loro due davanti a uno schermo di computer, intente a stabilire la miglior strategia di lancio del nuovo smartphone della compagnia per cui lavorano. E tra consigli e risate, condividono la prima sbornia.

Da lì in poi saranno inghiottite in una spirale di eventi, per lo più dalla sensuale e invidiosa McAdams, capo arrivista e pronta a tutto, compreso utilizzare raggiri, finzioni e armi di seduzione pur di raggiungere il suo scopo. Le fa da specchio la timida Rapace, onesta lavoratrice impegnata a dare il meglio di sè, e insopportabilmente attratta dalla sua perfida dittatrice, con cui intreccia un morboso rapporto di ammirazione e intolleranza, tra umiliazioni e sete di riscatto.

De Palma si concentra sulla diabolica mente femminile, capace di qualsiasi cosa, per raccontare questa relazione subalterna che di professionale e umano finisce per avere ben poco. E lo fa nel suo stile, confondendo l’onirico con il reale, scavando nelle nevrosi e nelle perversioni quotidiane, mettendo in scena una detection ricca di suspense e centellinando colpi di scena (come sempre celati dietro una tromba delle scale).

Remake di Crime d'amour di Alain Corneau, la pellicola non cessa di tenere alta l’attenzione, grazie alla maestria di chi dirige, di una storia appassionante dove le sottoposte (un’altra è Karoline Herfurth, l’assistente devota della Rapace che tutto vede e tutto controlla) si ribellano e meditano vendetta verso le loro attraenti despote, e dal talento e dal carisma non comuni delle protagoniste.

Sono stato fortunato ad avere due attrici perfette e dalla chimica giusta per i due personaggi femminili così belli e così forti – ha dichiarato il regista, di ritorno al Lido dopo il Leone d’argento vinto per Redacted- Poi mi sono divertito a firmare un altro thriller: i thriller hanno il pregio di poter raccontare la storia in modo soprattutto visivo, è così che sono riuscito ad inserire alcune idee mie in una storia già vista sul grande schermo. Naturalmente ho apposto dei cambiamenti per rendere il film più “mio”, ad esempio tenendo nascosta l'identità dell'assassino fino alla fine, e aggiungendo tocchi personali come la scena del balletto Il pomeriggio del fauno, nella coreografia di Jerome Robbins”.

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Claudia Catalli