"L'uomo d'acciaio" visto su Imax
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"L'uomo d'acciaio" visto su Imax

Vale la pena di spendere di più per essere immersi nel film?

Debutta oggi nelle sale "L'uomo d'acciaio", action movie muscoloso che non nasconde l'ambizione di inaugurare una nuova serie di pellicole dedicate a Superman. La recensione di Panorama è online da qualche giorno, ma alcuni spettatori potrebbero vedere la pellicola di Zack Snyder in IMAX: sono quelli in grado di raggiungere il Multiplex Skyline di Sesto San Giovanni e l'UCI Cinemas di Pioltello. Cosa cambia per loro?

Intanto serve un chiarimento. Da qualche anno la canadese IMAX Corporation sta abbandonando gli edifici costruiti ad hoc e la pellicola a 70 millimetri per spostarsi invece sulla ristrutturazione di sale preesistenti e sulla proiezione digitale. Questo significa dire addio agli schermi immensi dei primi IMAX, che vantavano estensioni superiori ai 500 metri quadrati. Quelli di nuova generazione sono curvi, posizionati più vicino agli spettatori e, pur non essendo giganteschi come un tempo, si estendono da una parete all'altra e dal pavimento al soffitto. Queste caratteristiche, messe insieme, contribuiscono a modificare sensibilmente l'esperienza di visione.

Nel caso de L'uomo d'acciaio l'impatto è particolarmente evidente nei primi piani degli attori, le cui teste sembrano davvero alte come un palazzo. Questa sensazione di essere gettati all'interno dell'inquadratura mostra talvolta la corda nelle scene d'azione, soprattutto quando la cinepresa di Zack Snyder si fa nervosa e il montaggio adotta tagli bruschi e veloci. Non si tratta di un difetto degli IMAX, bensì di un problema di linguaggio cinematografico. In soldoni, se cambia la modalità della visione, cambia anche il modo in cui lo spettatore decodifica ciò che compare sullo schermo. E non è detto che quello che funzionava alla grande prima resti valido adesso. Il rischio di non capire più cosa sta succedendo è sempre dietro l'angolo.

Ultimo elemento linguistico: lo schermo IMAX ha un rapporto di aspetto pari a 1,9:1. Cioè è più "quadrato" rispetto allo standard comune, che è di 2,4:1. I registi che lavorano in vista della proiezione di una sala IMAX utilizzano quello spazio in più, rendendo diversa la visione in un luogo differente. Non è però il caso di L'uomo d'acciaio: Zack Snyder ha girato nel formato tradizionale e dunque l'immagine è meno "alta" di quanto sarebbe stato possibile. Per capirci, restano bande nere sopra e sotto. Rispetto a una valida sala non IMAX cambia dunque solo la sensazione di vicinanza e immersione nell'immagine.

Il fatto di dire "valida sala non IMAX" è rilevante, perché le dimensioni dello schermo non sono l'unica variabile tirata in ballo. Giovanni Dolci, pezzo grosso di IMAX Corporation presente all'inaugurazione della sala di Sesto San Giovanni, ci tiene a sottolineare la cura per l'audio e per i parametri della proiezione (luminosità, colore, etc.), oltre alla comodità delle poltroncine.

Eccoci allora al dunque. Tenendo conto che L'uomo d'acciaio non è il miglior film possibile per mettere alla prova l'IMAX, perché non sfrutta il formato 1,9:1, vale la pena di spendere 13 euro al posto di 10,5 (a Sesto) e 14 al posto di 12 (a Pioltello) per la versione in 3D? Se l'alternativa è una sala scalcinata, e purtroppo ce ne sono parecchie, allora ha un senso. Altrimenti dipende davvero dai gusti di ognuno, o anche da quanto è numerosa la famiglia per la quale devi acquistare il biglietto.

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Aldo Fresia

Scrivo di cinema e videogame. Curo e conduco la trasmissione radiofonica Ricciotto.

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