A Venezia "The Unknown Known" di Errol Morris: Donald Rumsfeld manipolatore intrigante
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A Venezia "The Unknown Known" di Errol Morris: Donald Rumsfeld manipolatore intrigante

Il documentarista, in concorso a Venezia, ci racconta l'ex segretario della Difesa americano, principale architetto della guerra in Iraq: "Non è il primo politico a dire cose non vere, ma è diverso il suo uso della filosofia e delle parole per manipolare gli altri e anche se stesso"

"Donald Rumsfeld recita? In tanti me l'hanno chiesto: non lo so, è uno dei misteri di questo film". Così parla Errol Morris che alla Mostra del cinema di Venezia presenta il primo dei due documentari in concorso, The Unknown Known (il secondo è Sacro Gra di Gianfranco Rosi che debutterà domani). Ritratto accurato e intrigante di Donald Rumsfeld, ci presenta il principale architetto della fallimentare guerra in Iraq in tutta la sua doppiezza, uomo di potere che non ha problemi ad ammantare gli errori del suo operato con qualche battuta d'effetto, uomo che con un sorriso accattivante ti conquista.

Segretario della Difesa degli Stati Uniti sotto l'amministrazione del presidente Gerald Ford e quella del presidente George W. Bush, è al contempo la persona più giovane e più anziana ad aver ricoperto l'incarico.

The Unknown Known è un'espressione usata dallo stesso Rumsfeld e indica "le cose che credi di sapere e poi viene fuori che non sapevi". Abile nel giostrarsi tra metalinguaggio e filosofia, Rumsfeld entra in scena nel documentario leggendo una scelta dei suoi "fiocchi di neve", ovvero decine di migliaia di promemoria annotati nel periodo in cui fu membro del Congresso, consigliere di quattro diversi presidenti statunitensi e per due volte segretario della Difesa.

Il documentario non è fiction, per definizione, eppure Rumsfeld sembra un attore, della propria vita, e non cela neanche troppo che sta mentendo durante i suoi discorsi colmi di omissioni. La guerra in Iraq si alzò gridando al mondo che Saddam Hussein fosse in possesso di armi di distruzione di massa, successivamente mai trovate. "L'assenza di prove non è una prova della loro assenza", dice Rumsfeld l'affabulatore. Prima che scoppiasse la guerra in Iraq una fonte di intelligence aveva indicato in una fattoria la presenza di Saddam: il casolare fu bombardato, alcune persone uccise, ma di Saddam neanche l'ombra. "Che cosa meravigliosa sarebbe stata se fosse stato ucciso", dice con convinzione e leggerezza imbarazzante Rusmsfeld.

Errol, già Oscar al miglior documentario nel 2004 per The Fog of War: La guerra secondo Robert McNamara, ci consegna una lunga intervista avvincente e ben preparata, alternata da filmati storici e musicata da Danny Elfman.

The Unknown Known è l'estratto di 33 ore di interviste: Rumsfeld si è recato nello studio di Boston di Errol quattro volte. "Rumsfeld non è il primo politico a dire cose non vere" dice il regista, "ma secondo me c'è qualcosa di diverso in lui, il suo uso della filosofia e delle parole per manipolare gli altri e anche se stesso".

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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