Terminator, la nascita di un mito
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Terminator, la nascita di un mito

Cinema in TV - Sembra un uomo, ma è un robot. E ha una sola missione: uccidere... Torna su Sky Max l'incubo che ha trasformato Arnold Schwarzenegger in una star

Terminator

di James Cameron con Arnold Schwarzenegger, Linda Hamilton, Michael Biehn

Usa, 1984, 108'

In onda su Sky Max martedì 18 alle 21.00 (in replica, mercoledì 19 alle 12.10)

2029. Dopo un catastrofico conflitto nucleare, quel che resta dell'umanità vive soggiogato dai robot, ma i ribelli guidati dall'eroico John Connor danno molto filo da torcere ai tiranni in acciaio inossidabile. Le macchine decidono allora di mandare indietro nel tempo (nella Los Angeles del 1984) un cyborg dalle sembianze umane: deve uccidere Sarah Connor, la ragazza destinata a dare alla luce John. Se lei muore prima di metterlo al mondo, la resistenza perderà molto del suo vigore, o forse non ci sarà neppure. Per proteggere la donna, però, Connor in persona spedisce nel passato un suo fedelissimo, Kyle, pronto a tutto pur di salvarle la vita. Sfuggire a un killer del genere, praticamente invulnerabile, non sarà facile...

Terminator è un film bellissimo, originale, capace di sprigionare una tensione quasi insopportabile. E poi, è circondato da quell'aura di leggenda tipica dei film che aprono una strada. Altro che Settimana Enigmistica: qui i tentativi di imitazione sono stati davvero infiniti, e non hanno fatto altro che rafforzare il fascino dell'originale. Un incubo notturno e soffocante, che ha impresso a fuoco nell'immaginario popolare una figura mai esistita prima e da quel momento inconfondibile: un'automa fatto anche di carne e sangue. Niente a che vedere con i replicanti di Blade Runner, capaci di provare sentimenti e oppressi dalla consapevolezza di poter vivere solo per un periodo di tempo prestabilito. In Terminator di umano c'è solo il rivestimento organico, che aiuta una perfetta macchina assassina a muoversi indisturbata per le vie della metropoli: non gli ci vuole molto per trovare la sua vittima e, da quel momento, parte un inseguimento che è difficile dimenticare.

Questa è la trama del film.
Se poi siete tra quelli che del cinema amano anche e soprattutto i retroscena, cominciate a fregarvi le mani, perché qui c'è una storia fantastica. Abbiamo un regista praticamente sconosciuto, James Cameron, che una notte (mentre sta girando il suo primo film, Piraña paura...) fa un brutto sogno e immagina lo “scheletro” di un mostro d'acciaio che avanza tra le fiamme.
Da questa immagine inquietante (che diventerà la scena clou del film)  trae un soggetto che però almeno all'inizio riscuote pochi fondi, molte perplessità e altrettanti rifiuti da parte degli attori interpellati. A dire sì alla fine è un culturista austriaco di un'inespressività quasi comica, Arnold Schwarzenegger, che ha conquistato un briciolo di fama a Hollywood interpretando Conan il barbaro nell'omonimo film. Il regista vorrebbe affidargli la parte di Kyle, ma poi ha un'intuizione geniale: chi potrebbe interpretare un robot meglio di un gigante che non cambia mai espressione e che meno parla e meglio é? Bingo!
Uscito nelle sale tra l'indifferenza generale, Terminator diventa subito un classico, e non solo per i fan della fantascienza. Anche i produttori seguono l'onda: se per questo film avevano concesso appena sei milioni di dollari di budget, per il sequel del '91(bellissimo anche quello) ne scuciranno senza fare una piega ben 100. Hanno capito che su quella strana coppia, il regista con gli incubi e il palestrato, si può fare affidamento. Oggi Cameron è probabilmente il cineasta più potente di Hollywood, visto che i suoi ultimi due film (Titanic e Avatar) hanno incassato in tutto il mondo 5 miliardi di dollari. Quanto al cyborg Schwarzenegger ha fatto molta strada, non solo negli studios, ma il suo momento di gloria lo ha vissuto qui, nella notte di Los Angeles, dicendo una parola ogni dieci omicidi.

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Alberto Rivaroli