Addio a Claude Pinoteau, regista de Il tempo delle mele
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Addio a Claude Pinoteau, regista de Il tempo delle mele

Lanciò Sophie Marceau e fece meglio di Guerre stellari. Il mito di quella pellicola rimane, anche se i "sogni non sono più la nostra realtà"

Ricordo mia sorella adolescente addirittura in piedi per essere più attaccata al televisore Telefunken dallo schermo bombato e poi quell'aria sognante che pervadeva anche me di poco più piccola. Le attese, i primi baci, i balli con le musiche lente, l'arzilla bisnonna Poupette e l'indimenticabile refrain che si apre in bocca ogni volta che si pensa a Il tempo delle mele: "Dreams are my reality...".

Il brano Reality (titolo del film nella versione inglese), cantato da Richard Sanderson, è entrato a far parte della memoria indelebile della generazione dei teenager di quegli anni.
Così come Il tempo delle mele (1980) ha segnato un'epoca di allora ragazzi e oggi uomini e ora la morte di Claude Pinoteau, il regista francese che ha firmato anche i successivi Il tempo delle mele 2 e Il tempo delle mele 3, sembra sottolineare come quell'età sia lontana, come è lontana l'idea che "i sogni sono la mia realtà, un diverso tipo di realtà". I reduci degli anni '80 che cercano "di vivere nei sogni" non possono che essere amareggiati in questi tempi selvaggi.

Pinoteau, che di quel cult fu anche sceneggiatore e ne scrisse il soggetto, è scomparso il 5 ottobre a 87 anni. I francesi su internet l'hanno salutato scrivendo "è finita la Festa". Infatti il titolo originale de Il tempo delle mele era La Boum, ovvero "La Festa" intesa come l'inizio delle feste scolastiche, delle uscite con amici e amiche, dei primi amori...

Fu proprio Pinoteau a scegliere come protagonista Sophie Marceau, nei panni di Vic, la ragazzina romantica dal fascino acerbo ma già intenso di cui si innamorarono un po' tutti.
La selezione fu particolare. Pochi giorni prima della chiusura delle audizioni l'attrice protagonista non era stata ancora trovata, nonostante la produzione avesse setacciato per mesi i cortili delle scuole, i centri sportivi e le società di casting. Poi Sophie Danièle Sylvie Maupu si presentò di sua iniziativa, accompagnata dal padre. Il regista fu colpito dallo charme della tredicenne e dall'intensità del provino. Nacque il mito di Sophie Marceau.

Fu Il tempo delle mele 2 però a permettere a Sophie di vincere nel 1983 il Premio César come "Miglior attrice promettente".
Prima della Marceau, Pinoteau aveva lanciato un'altra grande attrice di questi anni, Isabelle Adjani, ne Lo schiaffo.

Appena uscito Il tempo delle mele rimase otto mesi in cartellone, con 4,3 milioni di ingressi in Francia, più del contemporaneo L'imperocolpisce ancora, secondo episodio della saga di Guerre stellari. E anche a livello internazionale fu un successo.

Oggi la generazione di nuovi adolescenti, seguaci dei lucchetti dell'amore di Federico Moccia e di Tre metri sopra il cielo, non può che guardare con noia a quelle immagini di feste con teenager abbracciati in languidi lenti. Noi ci teniamo stretti i nostri ricordi e, pensando a Pinoteau che se ne va, rievochiamo la topica scena in cui Mathieu (Alexandre Sterling) mette le cuffie del walkman a Vic, nel bel mezzo di un ballo scatenato. E il refrain ancora va: "Dreams are my reality"...

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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