Christoph Waltz, una carogna da Oscar
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Christoph Waltz, una carogna da Oscar

L'attore viennese, uno dei trionfatori della notte delle stelle, deve tutto a Quentin Tarantino, che gli ha fatto vincere due statuette in tre anni. La sua specialità sono i ruoli da cattivo, ma in realtà è un tipo spiritosissimo...

C'è riuscito un'altra volta: ormai è uno specialista. Entra nel cast di un grande film in punta di piedi, seminascosto da divi ben più noti e affascinanti di lui, ma poi sul set si scatena e lascia tutti a bocca aperta.

È Christoph Waltz, uno dei trionfatori della notte degli Oscar, uomo delizioso e spiritosissimo che però, sul set, è abbonato ai ruoli da carogna. A cambiargli la vita è stato Quentin Tarantino, che lo ha scovato chissà come in Europa e in tre anni gli ha fatto vincere due statuette come miglior attore non protagonista, prima con Bastardi senza gloria e oggi con Django Unchained, in cui ha dato vita a un personaggio assolutamente indimenticabile, il dentista pistolero King Schultz.

La storia di questo attore austriaco è irresistibile, in assoluta controtendenza rispetto ai canoni dello show business. Se infatti Hollywood pullula di meteore che, dopo aver colto un inatteso successo a vent'anni, declinano rapidamente e tirano a campare tra filmetti per la tv e malinconici spot, a Christoph è riuscita la difficilissima impresa di compiere il percorso inverso. Dopo una vita passata su set europei più o meno anonimi, frequentati per passione ma anche perché c'aveva i figli da mantenere (giusto per citare il grande Jannacci), a 53 anni ha incontrato il suo mentore. Tarantino cercava l'interprete ideale per il ruolo di Hans Landa, il sadico colonnello nazista protagonista di Bastardi senza gloria, e aveva pensato inizialmente a Leo DiCaprio. Poi, però, ha deciso che sarebbe stato meglio usare un attore di lingua tedesca e, senza batter ciglio, ha rinunciato a uno dei divi più noti e sexy di Hollywood per sostituirlo con uno sconosciuto piccoletto di Vienna. Può sembrare una follia, e invece sapete com'è andata a finire? Il film, candidato a otto Oscar, alla fine ne ha vinto solo uno, e se l'è portato a casa proprio Waltz che, oltre a un talento soprendente, ha dimostrato nella circostanza un sense of humor fuori del comune: uno dei suoi figli, infatti, è un rabbino. Chissà cos'avrà pensato vedendo suo padre con la divisa del Terzo Reich...

Dopo averlo visto all'opera, nessuno tra gli addetti ai lavori ha pensato che l'exploit di Waltz potesse essere occasionale, nè che l'ex Carneade fosse interessato a tornare in buon ordine da dove era venuto. A cancellare ogni residuo dubbio ci ha pensato comunque il diretto interessato: «Molti colleghi in Europa pensano che lavorare a Hollywood sia una tortura», ha spiegato in un'intervista. «Un amico è arrivato a dirmi: “Vedrai, ti spremeranno come un limone”. A me invece stare qui piace da morire, e di succo da vendere ne ho ancora parecchio...».

Detto fatto, sistema il suo primo Oscar sul caminetto e comincia a girare a raffica: film avventurosi (The Green Hornet, I tre moschettieri) o drammatici (Come l'acqua per gli elefanti e, soprattutto, il magnifico Carnage di Roman Polanski), nei quali gli toccano invariabilmente ruoli sgradevoli, che però sembrano fatti apposta per ingigantirlo. Come quello di Alan Cowan, lo spregevole avvocato di Carnage: un mostro di cinismo e maleducazione, che resta impresso nella memoria molto di più degli altri personaggi. Il che non è poco, visto che nel cast ci sono fuoriclasse come Jodie Foster e Kate Winslet.

Il resto è storia recente: mentre tutti lo cercano, Christoph torna a lavorare con Tarantino: basta un'occhiata al copione per capire che il dottor Schultz, cavadenti convertito alla più redditizia attività di cacciatore di taglie, è fatto apposta per lui. Stavolta, oltre all'attore, vince l'Oscar anche la sceneggiatura di Quentin, e la festa è completa. La carogna che viene dall'Austria è ormai un idolo per il pubblico americano: lo conferma la sua trionfale apparizione al Saturday Night Live (uno dei miti della tv statunitense) dove si presta a una travolgente parodia di Django, intitolata Djesus Uncrossed.

Una gag magari un filino irriverente, ma divertentissima e a suo modo storica: nei panni del Messia, Waltz ha finalmente un ruolo da buono. Chissà quando gli ricapita...

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Alberto Rivaroli