Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato: 10 cose da sapere
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Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato: 10 cose da sapere

Dalle paure di Peter Jackson all'esaurimento di tutto l'oro della Nuova Zelanda. E poi Gollum per una settimana sul set, le 91 parrucche per i nani e le magliette refrigeranti da piloti di Formula 1...

Lo Hobbit - Un viaggio inaspettatodi Peter Jackson, il prequel de Il Signore degli Anelli, è finalmente nelle sale italiane. Vi siete già immersi nei 173 minuti di questa favola ricca di dettagli e brillante, che ha necessitato lunghi mesi di lavorazione e tanti cambiamenti in corso d'opera?

Ma siete sicuri di aver colto alcuni particolari? Volete sapere le curiosità e i retroscena di questo imponente prodotto cinematografico, che per la prima volta è visibile anche nell'HFR 3D ?

Dieci curiosità proviamo a svelarvele noi.

1) Gollum contro Bilbo, la prima scena girata

La topica battaglia tra Bilbo Baggins e Gollum, in una grotta nelle viscere del regno dei goblin, nel film avviene verso il finale. In realtà invece è stata la prima scena a essere girata, all'inizio della produzione. Per Martin Freeman si è trattato dell'esordio, per Andy Serkis di un atteso ritorno. "È stato emozionante ascoltare la voce che già conoscevo, una voce familiare, ma ora la sentivo dal vivo, era davanti a me" ha detto Freeman. La scena è stata girata quasi senza interruzioni, Jackson ha lasciato che i due si muovessero liberamente all'interno della loro performance, riprendendo attraverso varie angolazioni. Questa breve sequenza ha richiesto una settimana di lavoro.
Serkis è anche regista di seconda unità del film: Jackson ha accontentato il suo desiderio di regia.

2) Frodo col volto ingiovanito dal digitale

Elijah Wood aveva 19 anni quando saltellava per la verde Contea ne Il Signore degli Anelli. Circa dieci anni dopo torna nei panni di Frodo Baggins, ma necessitando alla narrazione una versione giovane dello hobbit, Jackson ha ben pensato di ammorbidire digitalmente ogni ombra di ruga dal viso dell'attore.

3) Smaug ha svuotato d'oro la Nuova Zelanda

Per riprodurre il mare sterminato d'oro che l'avido drago Smaug custodisce nella sua tana ad Erebor non è bastata tutta la vernice d'oro dell'intera Nuova Zelanda. La produzione ha così dovuto far ricorso anche a forniture dalla Germania.

4) Gloin, il padre di Gimli de "La Compagnia dell'anello"

Gli appassionati della trilogia de Il Signore degli Anelli l'avranno colto: nella ciurma dei tredici nani Gloin (Peter Hambleton), uno dei membri più anziani della compagnia in viaggio, ha un figlio, che al momento dei fatti è ancora un bambino, ed è Gimli, colui che sessant'anni dopo si unirà alla "Compagnia dell'anello". "I fan noteranno la somiglianza" ha detto Hambleton.

5) Una nuova tecnologia per le diverse stature tra Gandalf e i nani

Ne Il Signore degli Anelli il 2D aveva permesso a Jackson di usare la "prospettiva forzata" per ingannare l'occhio e far credere che Gandalf fosse molto più alto dello hobbit e dei nani. Ma tale tecnica risulta oggi obsoleta con il 3D. Si è fatto quindi largo uso di doppi in scala di ciascun personaggio, da poco meno di un metro a più di due metri di altezza. Per il ritrovo a casa di Bilbo e altre scene in cui era necessaria un'interazione diretta dei personaggi, Jackson ha messo alla prova una tecnologia all'avanguardia detta Slave Motion Control, o Slave MoCon. Questa ha richiesto la costruzione di due set per adattare l'azione: uno a grandezza naturale per gli attori in scena, un altro in 'green screen' per i personaggi più bassi o più alti che compaiono nella stessa scena. Tutti gli attori hanno recitato contemporaneamente la stessa scena sui due set con dei riferimenti visivi e uditivi, mentre le macchine da presa giravano in ciascun set in perfetta sincronia. I due set sono poi stati uniti col digitale in un'unica scena.

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6) Un nano con un'ascia in testa

Vi siete accorti che tra i tredici nani ce n'è uno con un'"acconciatura" particolare? Bifur ha i resti arrugginiti di un'ascia di un orco conficcati sulla fronte. Coi i capelli arruffati e gli occhi da pazzo, è un guerriero imprevedibile che comunica solo a gesti e con grugniti e, talvolta, con un'esclamazione inaspettata in khuzdul, un'antica lingua segreta nota solo ai nani. "Ha un problema alla testa, per questo parla solo in antico 'nanesco'" ha detto il suo interprete William Kircher. "E purtroppo nessuno lo capisce, neanche i suoi compagni nani. Solo Gandalf capisce Bifur, perché conosce questa lingua".
Alcuni fan della saga di Jackson sostengono che l'elemento dell'ascia sia stato apportato da Guillermo Del Toro, che ama i giochi di parole, e abbia quindi collegato Bifur a "biforcato".

7) Peter Jackson aveva paura dei nani

Dopo l'abbandono della regia di Lo Hobbit da parte di Guillermo Del Toro, a causa dell'eccessivo differirsi dell'inizio delle riprese, Peter Jackson non ha subito preso su di sé la direzione. Ha tentennato a lungo. Il regista neozelandese ha spiegato perché: "Ho temuto Lo Hobbit per la presenza di tredici nani. Per questo per molto tempo ho pensato di non potercela fare".

8) Per i 13 nani ben 91 parrucche

Per ogni nano sono state realizzate sette parrucche: due per l'eroe, due per le controfigure su scala, una per la controfigura a cavallo e un'altra per lo stuntman, e infine una per le maschere degli stunt, per un totale di 91 parrucche per tutti i nani. L'artista del trucco Peter Swords King ha raccontato: "La maggior parte sono fatte con peli di yak, ma quella di Thorin ha capelli umani perché la sua regalità deve distinguersi; quelle di Fili e di Kili sono una via di mezzo, infatti presentano sia capelli umani che di animale".
L'interprete di Thorin, Richard Armitage, è l'unico nano con barba vera, che ha coltivato lasciandosela allungare. L'attore inoltre è il più alto della compagnia con quasi un metro e novanta di altezza.

9) Un cast molto abbronzato

Gli attori sul set avevano una carnagione da prime tintarelle, virata al rosso. Questo perché le telecamere per le riprese a 3D con 48 fotogrammi necessitano di un trucco rossastro, per impedire un conflitto che riprodurrebbe i colori più gialli del dovuto. Dietro le quinte quindi l'aspetto di nani & co sembra ridicolo, ma sul grande schermo funziona.

10) Nani come piloti di Formula 1

Rispettare le proporzioni fisiche dei nani è stato cruciale. Il rapporto normale degli attori tra corpo e testa era di 8:1, mentre nei nani il rapporto è di 5:1. Per questo per rendere gli attori più bassi e tarchiati sono state realizzate tute in latex che hanno aumentato la loro corporatura. Poiché erano molto calde e voluminose da indossare, oltre ai costumi di scena, gli attori sono stati dotati anche di una maglia refrigerante come quella usata dai piloti di Formula 1 e se necessario potevano usare uno strumento manuale collegato alla maglia con cui pompare acqua fredda per rinfrescarsi.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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