Joy
20th Century Fox

Joy, Jennifer Lawrence e la forza delle donne: 5 cose da sapere

David O. Russell tesse un'ode all'ingegnosità, all'audacia e all'imprenditoria (femminile). Con stile fresco ma non troppo incisivo

Con il suo solito stile fresco, David O. Russell nel suo nuovo film Joy ci racconta la favola di una donna che si è fatta da sola e che ha creduto con tenacia nelle sue idee. Un'ode all'ingegnosità, all'audacia e all'imprenditoria (femminile), che vibra di una benefica dose di umorismo pur cadendo di tanto in tanto nel sentimentalismo. 

L'incisività non è la qualità migliore di questo biopic tra commedia e melodramma, ma di sicuro la noia non tende agguati. Tanto per cambiare Jennifer Lawrence ne è il fulcro emotivo. Tanto per cambiare per lei nuova nomination all'Oscar.

Dal 28 gennaio al cinema, ecco 5 cose da sapere su Joy:

1) La vera storia di Joy Mangano

Nata nel 1956, inventrice americana di origini italiane, Joy Mangano ha ideato la Miracle Mop, scopa magica per pulire i pavimenti (una sorta di mocio). Da ragazzina aveva già inventato un collare antipulci. Ma è negli anni Novanta che, dopo alterne vicende, grazie alla Miracle Mop riesce a centrare le aspettative degli americani e a centrare il successo, dopo essersi autopromossa in televendite.
Da allora ha creato un vero impero imprenditoriale. Mangano ha brevettato oltre 100 sue invenzioni. "Penso che i miei prodotti hanno avuto fortuna perché hanno un appeal di massa", ha detto. "Io sono come tutti gli altri là fuori. Sono una mamma, lavoro, ho una casa da pulire, cose da organizzare. Tutti noi abbiamo alcune esigenze simili e io mi rivolgo a loro".
David O. Russell ha coinvolto la Mangano nel progetto. "È stata una delle esperienze più incredibili della mia vita collaborare con lui", ha raccontato lei. "Le mie storie personali sono diventate una tela con cui ha creato qualcosa di universale".

2) Persone ordinarie capaci di cose straordinarie

David O. Russell ci porta dentro a dinamiche famigliari problematiche e scoppiettanti (similmente a quanto già fatto in The Fighter e Il lato positivo - Silver Linings Playbook). Oscillando tra situazioni quasi drammatiche e manie e litigiosità esilaranti, trova un ritmo scanzonato, che però si lascia troppo andare al melenso nei flashback e nei rimandi all'infanzia di Joy.
Joy (interpretata da Jennifer Lawrence) ha madre, due figli piccoli e un ex marito musicista squattrinato (Édgar Ramírez) a carico. Prima di dar spazio alla sua creatività, si arrabatta in lavori vari e guai da tamponare. La sua camicetta è macchiata, i suoi capelli fuori posto. È una donna che lotta ogni giorno, ma che ha la forza dell'equilibrio, lo spirito della matriarca. 
Il regista statunitense ci mostra una donna sola di fronte a circostanze folli e infiniti ostacoli, in una lunga strada di auto-ricerca. Una donna ordinaria, capace di cose straordinarie.
"In America l'ordinario incontra lo straordinario ogni giorno", dice a Joy Neil Walker (Bradley Cooper), responsabile della programmazione televisiva di una rete di shopping.

3) Jennifer Lawrence e l'efficacia del contenimento

Meno esplosiva, esagerata e magnetica che in American Hustle - L'apparenza inganna, Jennifer Lawrence questa volta gioca sulla forza del contenimento. Sulle sue spalle, lungo generazioni diverse, si riversa tutto il peso di una famiglia difficile e di anni di frustrazioni. Quel peso lo si vede tutto nel suo viso tirato, ma non si scorge un cenno di cedimento. 
La venticinque americana, abbandonati finalmente i panni castranti e ripetitivi di Katniss Everdeen della saga Hunger Games, dà un'ennesima prova del suo talento. È arrivata infatti la quarta nomination all'Oscar, dopo che già una statuetta campeggia nella sua bacheca per Il lato positivo - Silver Linings Playbook (quando invece il premio se lo sarebbe meritato di più per Un gelido inverno). Jennifer è brava, anche se la attendiamo a nuove prove, con sfumature diverse. Che l'Oscar passi pure per altre mani. Tanto il Golden Globe (il terzo) l'ha già vinto.

4) Si ride con le soap opera e con De Niro

L'inizio di Joy è sagace e brillante e ci porta dentro un mondo artefatto di soap opera e sentimenti all'eccesso. La vera mamma di Joy Mangano era un'appassionata di soap, da qui l'idea di Russell di usarle a mo' di ulteriore trama narrativa, a specchio sulla vita di Joy. 
La mamma della finzione (Elisabeth Röhm) è assolutamente dipendente da telenovele, è il suo modo per allontanarsi dalla realtà. Tra lei e il suo ex marito Rudy Mangano (Robert De Niro) non corre buon sangue: "Sei come una fuga di gas: non ti vediamo, non ti sentiamo, però ci uccidi tutti", le dice lui.
A De Niro, padre irascibile, invadente, poco affidabile e disperatamente romantico, sono affidate alcune delle sequenze più divertenti.
David O. Russell richiama attorno a sé il trio d'attori già visto ne Il lato positivo - Silver Linings Playbook e American Hustle - L'apparenza inganna, ovvero Lawrence, De Niro e Cooper, ma la ripetitività della scelta non disturba.
Per gli italiani, c'è la lieta presenza di Isabella Rossellini nel cast. I fan della serie tv Orange is the new black riconosceranno invece Dascha Polanco, ovvero la Dayanara Diaz del gruppo delle ispaniche. Diane Ladd è la nonna penetrante e ispiratrice di Joy.

5) La forza delle donne

Joy si apre con la scritta: "Ispirato a storie vere di donne audaci. Una in particolare".
"La metà o più della metà del film è basata su Joy Mangano, l'altra metà si basa sulle donne audaci di cui sono venuto a conoscenza o di cui ho letto per molti anni", spiega Russell. "Include quindi Lillian Vernon (imprenditrice morta nel dicembre scorso, ndr), che ha iniziato le prime grandi vendite di prodotti per la casa tramite cataloghi per corrispondenza. Comprende anche molte altre donne che ho conosciuto, tra cui alcune amiche di mia madre, che hanno osato avviare iniziative, alcune che sono riuscite e altre che non sono riuscite. Mi affascina lo spirito che spinge qualcuno ad avviare un'impresa fuori da casa propria, cercando di aprire un nuovo percorso per sé e per la propria famiglia. Tante donne nella loro vita si sono sentite senza via d'uscita e hanno dovuto ritagliarsi le proprie opportunità".

Joy, immagini del film

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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