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È morto Ernest Borgnine, cinque film e quindici foto per ricordarlo

Si è spento a 95 anni l'attore dal viso irregolare e l'espressività dirompente, interprete di film memorabili come Quella sporca dozzina e Il mucchio selvaggio

di Luca Piva e Simona Santoni

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"Quanto potrà valere la nostra pelle?", chiedeva William Holden, "Dipende da quanta fame hanno!", rispondeva Ernest Borgnine nell'indimenticabile Mucchio selvaggio di Sam Peckinpah.

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Ed Ernest Borgnine la sua pelle l'ha venduta cara, ma alla venerenda di 95 anni ha dovuto cedere. In un ospedale di Los Angeles è morto l'attore americano di origine italiane, grande caratterista che, nonostante quel volto irregolare, i denti storti e il corpo sgraziato, è riuscito a ritagliarsi anche ruoli da protagonista.
Nato il 24 gennaio 1917 a Hamden in Connecticut, da padre piemontese e madre emiliana immigrati in America, dopo aver prestato servizio in Marina durante la Seconda guerra mondiale decise di tentare la carriera di attore, spinto dalla madre che lo vedeva portato dato il suo carattere esuberante.
Non aveva torto. Il debutto cinematografico è arrivato nel 1951, quando Ray Nazarro lo vuole per il ruolo di Hu Chang in China Corsair. Il successo era a un passo...

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Ecco 5 film e 15 foto per ricordarlo.

1) Da qui all'eternità (1953) di Fred Zinnemann. Film vincitore di otto premi Oscar, ambientato in un accampamento militare a Honolulu, nel 1941, pochi giorni prima dell'attacco di Pearl Harbor, Borgnine interpreta James "Fatso" Judson, il sadico ufficiale che uccide Frank Sinatra e viene ucciso da Montgomery Clift. Grazie a questo ruolo riesce a guadagnarsi una fama non inferiore a quella di Burt Lancaster.

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2) Marty, vita di un timido (1955). Diretto da Delbert Mann, vincitore dell'Oscar come miglior film e della Palma d'oro all'8° Festival di Cannes, è valso a Ernest Borgnine un Oscar come migliore attore protagonista, il suo primo e ultimo. Interpreta un grasso macellaio italo-americano del Bronx che vive con la madre, rassegnato al celibato finché non incontra Clara (Betsy Blair), un'insegnante non proprio avvenente.

Una sua battuta del film: "A te non piace, a mia madre non piace, lei è racchia e io sono brutto e grosso. Beh, io so solo che mi sono divertito con lei ieri sera, e voglio farlo anche stasera! E se staremo ancora bene insieme la pregherò in ginocchio, la supplicherò di sposarmi! E se c'è una festa per Capodanno, io ci verrò e ci verrò con lei! A voi non piace? Peggio per voi!".

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3) Quella sporca dozzina (1967). Il regista Robert Aldrich è stato uno dei più grandi estimatori di Borgnine, capace di capire la forte espressività della sua fisicità maldestra e "violenta". L'ha voluto in capolavori del cinema, nel western Vera Cruz (1954), ne Il volo della fenice (1966) con James Stewart e Peter Finch, in Quando muore una stella (1968), L'imperatore del Nord (1973) e nel grande classico Quella sporca dozzina (1967). Qui, assieme a John Cassavetes, è trai i dodici criminali condannati a morte o a lunghe pene reclutati nel 1944 per far parte di un commando destinato a una missione suicida contro i tedeschi.

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4) Il mucchio selvaggio (1969) di Sam Peckinpah. Cult movie scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, è ambientato nel 1914, al confine messicano durante la rivoluzione di Pancho Villa.
Sei rapinatori si trasformano ancora una volta in eroi "patetici": inseguiti da cacciatori di taglie, si riscattano in Messico morendo in difesa del popolo oppresso. Memorabile la scena del massacro finale.

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5) La cura del gorilla (2006). Di certo non è uno dei suoi film più memorabili ma, oltre a essere tra i suoi ultimi titoli, è il primo recitato in italiano, in omaggio alle sue origini, al fianco di Claudio Bisio e Stefania Rocca, diretto da Carlo Arturo Sigon. Allora sul set milanese disse: "È la prima volta che faccio un film in italiano e ne ho fatti 184, ma bisogna provare tutto!".

AP Photo/Ric Francis

Beverly Hills, California, USA, 13 gennaio 2008. Ernest Borgnine mostra il Golden Globe come Miglior attore in un film drammatico e l'Oscar come Miglior attore protagonista ricevuti nel 1956 per il film Marty - Vita di un timido.

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