Dirty dancing
Great American Films Limited Partnership

Dirty Dancing compie 30 anni: 5 motivi per rivederlo e rivederlo

Un cult senza tempo che ancora oggi, tra balli sensuali e canzoni indimenticabili, fa sognare

Dirty Dancing - Balli proibitioggi compie 30 anni. Era il 21 agosto 1987 quando usciva nei cinema statunitensi, diventando quindi un successo planetario. Nessuno se lo sarebbe aspettato, tantomeno i produttori: allora il povero Patrick Swayze non era certo un divo e Jennifer Grey diva non l'è neanche ora. Il budget era contenuto ed Emile Ardolino, il regista, non era affermato e aveva alle spalle poco più di un documentario (sulla danza!). 

E invece Dirty Dancing è esploso. Un film da vedere e rivedere, di cui collezionare la videocassetta con cura e consumarla a forza di ennesime visioni (è stato il film più noleggiato nel 1988 e il primo a vendere milioni di copie in home video). Ogni volta che viene riproposto in tv, poi, apre un mondo di ricordi, scene e dialoghi da ripetere a memoria, canzoni da cantare con trasporto assoluto. 

Ma cosa ha fatto di una love story in fondo semplice e abbastanza scontata un cult da portare nel cuore? Ecco la risposta in 5 punti. 

1) Colonna sonora strepitosa

La colonna sonora è indimenticabile. Ha vinto l'Oscar e il Golden Globe. Dalla canzone portante e iconica (I've Had) The Time of My Life passando per la trascinante Be My Baby fino all'allegra Hey Baby, Dirty Dancing ti attra a sé irrimediabilmente tramite sound che acchiappano e non vanno più via dalla mente. Sempre capaci di dare i brividi.

2) Balli sensuali

Il rapporto tra l'aitante e squattrinato Johnny (Swayze) e la brava ragazza non così bella Frances detta "Baby" (Grey) cresce col crescere dell'affinità tra i corpi che ballano e si muovono all'unisono, disegnando coreografie sensuali e calienti.

Il fisico di Swayze è un'esplosione armoniosa di muscoli che si dà in prese marmoree ed energia che lievita ed elettrizza. Il mix tra musica e danza è sapiente e fortunato.

3) Patrick Swayze strepitoso

Patrick Swayze è al meglio in Dirty Dancing. Tutto quello che dice e fa, nei panni dell'istruttore di ballo che tutte vorrebbero, è diventato cult. È di un carisma magnetico. Di bellezza spigolosa e sguardo profondo. Sorriso disarmante. Senza parlare del fisico e dell'abilità unica nel ballo. Ha fatto innamorare milioni di fan. E ha fatto una scelta saggissima nel rifiutare qualsiasi sequel: il suo Johnny Castle rimarrà sempre mitico, senza niente che ne intacchi il ricordo.

Che pena vederlo spegnarsi prematuramente, arso da un tumore al pancreas, a 57 anni.

4) Quei "balli sporchi" del titolo

Difficile trovare un titolo più stuzzicante di Dirty Dancing: quei "balli sporchi" hanno acceso le curiosità di milioni di spettatori al mondo. 

5) Tutte le Baby possono sognare un Johnny

"Nessuno può mettere Baby in un angolo", è la frase con cui Johnny va a riprendersi la sua Baby e fa scattare tutti in un applauso intenso, col cuore in gola.

Grazie a Dirty Dancing tutte le Baby che si sentono impacciate, col naso grande e poco desiderabili hanno la loro rivincita e possono sperare di trovare un Johnny, un fustacchione dal cuore d'oro. Facile, per il Richard Gere di Pretty Woman innamorarsi di Julia Roberts prostituta. 

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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