Clint Eastwood, un regalo per i fan
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Clint Eastwood, un regalo per i fan

Aveva detto: "D'ora in poi farò solo il regista", e invece è tornato a recitare. Ecco il primo trailer del suo nuovo film

Sono finite le Olimpiadi, e anche le mie vacanze. Sarebbe proprio un lunedì da dimenticare, se non ci fosse Clint Eastwood. Per riconciliarsi con il mondo, bastano 150 secondi in sua compagnia. Sono quelli del primo trailer del suo nuovo film, Trouble With The Curve, appena caricato on line dalla Warner Bros. Cos'ha di tanto speciale? Semplice, c'è Clint.

A 82 anni, è sempre lui: da antologia la scena in cui un amico va a trovarlo e, bussando alla porta, chiede: "C'è nessuno?". La risposta («No!») non sfigurerebbe in un prontuario dell'Eastwood style. Ma c'è di più: ad aumentare l'attesa per questa pellicola è il fatto che Clint non avrebbe dovuto girarla. Né questa né un'altra: l'aveva annunciato lui stesso, quattro anni fa, quando uscì Gran Torino. "Questo è  stato il mio ultimo film come attore, d'ora in poi farò solo il regista", annunciò. "Alla mia età è difficile trovare ruoli interessanti".

Grazie a Dio anche i duri, ogni tanto, cambiano idea, specialmente se c'è di mezzo un vecchio amico al quale non puoi dire di no. Chi è? Robert Lorenz, personaggio assolutamente sconosciuto al pubblico italiano ma fondamentale nella carriera di Clint. Lorenz infatti è il suo braccio destro sul set da molti anni, ed è stato aiuto regista di capolavori come Million Dollar Baby e Mystic River. Quest'anno si è finalmente deciso a debuttare come regista e, per convincere il suo mentore a tornare davanti alla macchina da presa, gli ha cucito addosso un ruolo su misura.

È quello di Gus Lobel, un vecchio e scontroso talent scout che ha passato la vita a scovare assi del baseball. Dovrebbe recarsi ad Atlanta per dare un'occhiata all'astro ascente dei Braves, la squadra locale, ma la vista lo sta abbandonando, e così si mette in viaggio con la figlia Mickey (interpretata da Amy Adams), con cui ha da sempre un rapporto conflittuale. Tra di loro all'inizio sono scintille, ma poi le cose cambiano....

Il film, che annovera nel cast anche Justin Timberlake, John Goodman e il figlio d'arte Scott Eastwood, uscirà negli Stati Uniti il 21 settembre (in Italia il 29 novembre) e sarà certamente uno dei grandi eventi della stagione. Nel menu non manca niente: lo sport come parabola della vita, la famiglia, vecchie ferite che fanno ancora male e, al tempo stesso, una gran voglia di guardare avanti. Se gli ingredienti sono questi, per gli americani non c'è chef migliore di Eastwood, un uomo che non finisce di stupire per la sua incredibile parabola artistica e umana.

È l'immagine pubblica di Clint, soprattutto, a sorprendere. Nonostante la sua proverbiale sobrietà, l'ex ispettore Callaghan non è più solo un film maker: è diventato suo malgrado un guru, capace potenzialmente di influenzare perfino la scena politica. Basta ricordare lo scalpore suscitato da un suo spot per la Chrysler, trasmesso durante la finale del SuperBowl, nello scorso gennaio. Clint parlò della crisi economica americana e della necessità di continuare a lottare per risolverla: ebbene, si scatenò un dibattito per scoprire se (come parve a molti) l'attore intendesse appoggiare la linea di Barack Obama.

E ancora oggi, a pochi mesi dalle elezioni, sia il presidente in carica sia lo sfidante Mitt Romney farebbero carte false per ottenere l'appoggio di un “americano vero” come Eastwood. E Clint, fedele alle sue simpatie repubblicane, ha scelto per Romney.

Ma ai comizi Eastwood preferisce il cinema: se ha qualcosa da dire, gira un film.

Un motivo in più per augurargli di campare cent'anni.

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Alberto Rivaroli