Ma Loute
Festival di Cannes

Cannes 2016, è già totopalma tra Toni Erdmann, Paterson e Ma Loute

In attesa di assi come Xavier Dolan e Sean Penn, intanto i favoriti della critica sono i film di Maren Ade, Jim Jarmush e Bruno Dumont

Ancora di più dopo la visione dei rispettabili e mitici fratelli Dardenne, che con La fille inconnue stamane si sono portati a casa dei buuu oltre che applausi, si ha l'impressione che a questo 69° Festival di Cannes manchi il capolavoro che metta d'accordo tutti. Per fortuna all'appello ci sono ancora sei autori come l'enfant prodige Xavier Dolan, Cristian Mungiu, Sean Penn, Nicolas Winding Refn, Paul Verhoeven e Asghar Farhadi.

Toni Erdmanndella regista tedesca Maren Ade resta comunque nel cuore e nella testa dei critici francesi e internazionali e in un ideale applausometro è il film più gradito. Intanto Paterson di Jim Jarmush conquista i critici internazionali, seguito da Aquarius del brasiliano Kleber Mendonça Filho. Per i francesi, invece, secondo e terzo posto sono per Ma Loute di Bruno Dumont (unico film del quartetto nazionale che salvano) e Julieta di Pedro Almodóvar.

Toni Erdmann è una commedia dai toni drammatici che ha strappato tante risate durante la proiezione. È però un film che divide: odiato o amato. Protagonista un'algida consulente aziendale, Ines, che lavora a Bucarest. Arriva in città il padre, solito agli scherzi, e quando scopre che la figlia ha perso la gioia di vivere, decide di trasformarsi in Toni Erdmann; così cambia aspetto e comincia a tormentarla con scherzi e battute.

Paterson di Jarmush corre con la sua poesia e con l'amore per dettagli. Una coppia di Paterson (New Jersey), lui autista di autobus e lei inguaribile sognatrice, vive una vita ripetitiva e felice. Lui scrive poesie e ascolta i discorsi dei suoi passeggeri, mentre lei sogna e cucina artistici plum cake.
Sempre nel cuore dei critici internazionali c'è Aquarius, un film che ha portato sulla Croisette non solo la protesta per quello che succede in Brasile, ma anche un'icona sexy come Sônia Braga che a 65 anni interpreta una pasionaria vedova che difende fino ai denti il suo appartamento sull'oceano a Recife.

Ma Loute, dato come piazzato dai francesi, gioca invece sul barocco. Siamo nel 1910 nella baia di Slack. Qui convivono, a grande distanza, i ricchi borghesi in vacanza e i poveri pescatori locali. Il film, girato volutamente nel segno della caricatura, della maschera, dell'esagerazione interpretativa, solo per un istante fa incrociare una famiglia di pescatori di mitili, ma anche di borghesi da mangiare, e una agiata tutta vezzi e ipocrisie.

New entry del totopalma, sempre per la critica francese, Julieta. Di scena quanto sia forte e possa essere dolorosa la maternità. Protagonista Julieta, professoressa 55enne, che cerca di spiegare, attraverso una corrispondenza impossibile, a sua figlia Antia (Bianca Pares) tutto cioè che non gli ha potuto mai dire negli ultimi trent'anni. Motivo? La ragazza è andata via quando aveva diciotto anni dopo la morte drammatica del padre. (ANSA)

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simonasantoni