The Lego Movie, il film sui meravigliosi mattoncini: 5 cose da sapere
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The Lego Movie, il film sui meravigliosi mattoncini: 5 cose da sapere

Diretto da Phil Lord e Chris Miller, tra battute divertenti e momenti di stanchezza, è l'elogio della creatività

The Lego Movie è il film d'animazione destinato a unire generazioni di "costruttori", sia quelli che dagli anni '60 hanno iniziato a mettere insieme automobili e treni con gli amati mattoncini danesi, sia i più piccoli che hanno montato l'universo dei Pirati dei Caraibi.
Dal 20 febbraio al cinema, è un cartoon colorato e ricco di gag e battute divertenti, che però non mantiene un ritmo costante concedendo frequenti momenti di stanchezza. Il 3D non disturba e dà profondità ai diversi mondi Lego. Alla regia c'è il duo di Piovono polpette, gli americani Phil Lord e Chris Miller, che da vecchi appassionati dei giocattoli Lego hanno sposato il progetto con entusiasmo, scrivendo anche la sceneggiatura.

Ecco 5 cose da sapere sul film.

1)  La trama è sempre quella, però...

A voler essere spicci, la trama di The Lego Movie è tanto simile a quelle che recentemente propone il settore dell'animazione: un apparente perdente inaspettatamente si rivela l'eroe che salverà il mondo (vedi Dragon Trainer, A spasso coi dinosauri, per certi versi lo stesso Piovono polpette...). Questa volta il protagonista è Emmet, un personaggio Lego ordinario, onesto e decisamente comune, che imbattendosi casualmente nel Pezzo Forte di una fantomatica profezia viene identificato come il prescelto, lo Speciale, la figura chiave per guidare un gruppo di sconosciuti in una missione epica per fermare un perfido tiranno. Questo canovaccio così scontato si screzia però di sfumature interessanti...

2) Un film contro il capitalismo

L'adulto pian piano si accorge di un sottotesto presente nel film. The Lego Movie infatti si rivela una critica alla cultura del tardo capitalismo (destinata comunque a non tediare i bambini).
Emmet è un pupino omologato al sistema. Quando i cattivi gli danno la caccia, ricercandolo al computer, un inserviente - suscitando risate in sala - si lagna: "Ha una faccia così comune che corrisponde a tutte quelle del database". Emmet è privo di pensieri o interessi originali e allorché la sua brillante alleata Wyldstyle lo ammonisce dicendo "Ho un fidanzato, quindi non metterti strane idee in testa", lui replica "Non ho mai idee". Lui si limita a seguire le istruzioni e accetta tutto col sorriso, anche il caffè troppo caro. Il malvagio che vuole ordine e impartisce ordini in tutta la città in mattoncini di Bricksburg si chiama Presidente Business e odia gli stravaganti e quelli che hanno una loro personalità. Il mantra canterino del film invita tutti a essere felici, senza guardar troppo per il sottile e senza farsi troppe domande, intonando: "È meraviglioso far parte di un team". 
Emmet, in qualità di operaio edile, è ligio alle regole dettate da Presidente Business e rade al suolo gioiosamente qualsiasi edificio ritenuto "strano", sostituendolo con un altro esattamente uguale a tutti gli altri. Tutto cambia quando trova un pezzo non Lego (guarda caso di colore rosso), il Pezzo Forte. Diventa lo Speciale e il paladino della riscossa. La rivolta della classe operaia è servita. 

3) L'elogio del caos

Passando dal mondo governato dal Presidente Business ad altre realtà Lego, dal vecchio West a Middle Zealand al Paese del Cucù, lo sviluppo si fa sempre più strambo ed entrano in gioco personaggi sempre più sconclusionati. Alle minifigure estrapolate davvero dall'universo Lego come Benny l'Astronauta e Batman, se ne uniscono altre inventate apposta per il film come lo strampalato saggio Vitruvius, l'agente Poliduro/Politenero, il pirata robot Barbacciaio e la gattina dai buonissimi sentimenti Unikitty. Nell'arena dei Maestri Costruttori c'è il tripudio dell'accozzaglia: ecco Michelangelo l'artista e Michelangelo la tartaruga ninja, Gandalf, Superman, Shaquille O'Neal e Lanterna Verde, fino ad Abraham Lincoln che pilota una sedia razzo. 
Se il tutto fa strabuzzare gli occhi con un certo orrore, è coerente però con l'allegra filosofia del caos che seguono i due registi. In fondo c'è anche una certa autoironia della Lego verso la sua politica marketing, che in questi anni ha fatto sfornare i più svariati tipi di omini. 
Lo scriteriato gruppo (non) guidato da Emmet darà battaglia a Presidente Business in nome della piena libertà della creatività e dell'estro. D'altronde le costruzioni Lego si possono incastrare attenendosi pedissequamente alle istruzioni del kit, come pure prendendo un mucchio di pezzi a casaccio e costruendo seguendo solo la propria fantasia.

4) L'animazione ha seguito due binari

Lord e Miller non si sono affidati solamente al tradizionale stile di animazione computerizzata, ma anche a uno stile che assomiglia più allo stop-motion, per dare ai loro personaggi quel look familiare che contraddistingue le costruzioni Lego. Piuttosto che confondere le immagini con sfondi uniformi in CG e mattoni disegnati, gli animatori hanno ricreato ogni singolo componente, e praticamente costruito ogni scena mattone dopo mattone: una tecnica che si è rivelata particolarmente utile quando la storia ha richiesto edifici e altri oggetti da far saltare in aria in mille pezzi per poi riassemblarli, durante il volo, in armi o veicoli di fuga ad alta velocità.
Per ricreare sui mattoncini gli effetti di graffi, impronte digitali, imperfezioni e irregolarità, i due registi hanno collaborato con lo studio di animazione australiano Animal Logic e arruolato Chris McKay, famoso per il suo lavoro in Robot Chicken, come co-regista all'animazione. 

5) Qualche numero

The Lego Movie contiene 3.863.484 mattoncini Lego unici. Alcuni sono stati riutilizzati e riconfigurati in più scene, per i vari set, i personaggi e gli oggetti di scena. Se una persona volesse ricreare a mano l'intero film avrebbe bisogno di 15.080.330 mattoncini. Il film presenta 183 omini originali, molti dei quali sono particolarmente cari ai registi. Durante una visita a Legoland a Billund in Danimarca, Phil Lord ha visto una serie di nuove minifigure, riconoscendone alcune delle sue preferite da bambino, che quindi ha voluto includere nel film. 

 

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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