Into darkness - Star Trek, 5 cose da sapere
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Into darkness - Star Trek, 5 cose da sapere

In un film ricco di azione e di ironia, J.J. Abrams ci presenta un "nuovo" superbo cattivo... E un godibile spettacolo visivo

"A volte mi vien voglia di staccargli quella frangetta". L'acconciatura in questione è quella imperturbabile del vulcaniano Spock interpretato da Zachary Quinto. L'autore della frase, condita di accigliata ilarità, è il giovane capitan Kirk, ovvero Chris Pine occhioni blu. L'amicizia in divenire e in crescendo dei due è l'ossatura della nuova avventura a bordo dell'astronave Enterprise, sempre diretta da quella macchina da soldi di J.J. Abrams, Into darkness - Star trek. Sequel di quel Star trek che nel 2009 tornò alle origini della saga cinematografica ispirata all'omonima serie tv, è nelle sale italiane dal 12 giugno.

Tra scontri verbali e reciproci soccorsi, tra istinto contrapposto ad autocontrollo, Kirk e Spock dovranno fronteggiare un temibilissimo e ambiguo nemico. Per cimentare un'amicizia che ha fatto la storia della fantascienza cine-televisiva.

Ecco cinque cose da sapere sul film.

1) Superbo Benedict Cumberbatch

Una forza distruttiva e misteriosa attacca la Flotta stellare. In tutta la sua imponenza e magnetica prestanza ecco il nuovo villain, Khan. Terrorista intergalattico, superuomo altero e granitico, lo interpreta un magnifico Benedict Cumberbatch, lo Sherlock Holmes della serie tv britannica, attore inglese già visto in Espiazione e War Horse. Dalla recitazione raffinata ed essenziale, quando entra in scena non ce n'è per nessuno: l'attenzione è tutta per lui, superbo. Abrams non abusa della sua presenza, ma ogni inquadratura sul suo volto imperscrutabile e minaccioso alza il livello della tensione e della drammaticità. Vedendo il film in lingua originale è possibile godersi il suo vocione inflessibile e marmoreo.

2) La maturità di Kirk, l'emotività di Spock, l'ode alla famiglia

Ancora una volta, come in Star trek del 2009, abbiamo a che fare con la sfrontatezza e l'audacia di Kirk. Quando questi si troverà a fronteggiare il lato oscuro all'interno della Flotta stellare e il nuovo roccioso nemico, assisteremo però a una sua maturazione, che lo porterà a comportarsi e decidere da vero capitano. È in evoluzione anche il suo rapporto con Spock. La sceneggiatura gioca molto sul contrasto tra la natura istintiva dell'uno, opposta alla logica e al contegno nei sentimenti dell'altro. Rispetto alla celebre serie tv, però, questa differenza sembra vissuta su corde meno profonde. Non a caso nel giro di due ore vedremo il vulcaniano aprirsi a un bacio, battibeccare con Uhura (Zoë Saldaña), lacrimare e dare di pugni con ira senza freni. Lo spettacolo chiama, il pubblico vuole divertirsi in fretta, Abrams risponde.
Tra amicizie rinsaldate e crescite individuali, come su Fast & Furious 6, non manca l'ode a quella famiglia "allargata" che è l'equipaggio dell'Enterprise, multietnica e multirazziale. In seno, tra gli altri, ha un'afroamericana (Uhura), un alieno (Spock), un asiatico (Sulu, interpretato da John Cho), un russo (Checov, interpretato da Anton Yelchin): fa ancora effetto ripensare alla valenza innovativa che ebbe, a fine anni '60, la serie televisiva ideata di Gene Roddenberry!

3) Azione ed effetti speciali

Il film è stato girato in alta risoluzione Imax e presentato in una conversione 3D di ultima generazione. Rispetto all'episodio precedente aumentano azione, battaglie e paesaggi interstellari, disegnati da affetti speciali convincenti. Ecco subito il carminio del pianeta vulcanico Nibaru, lo scenario più inquietante del pianeta dei Klingon, Kronos. Accattivanti le visioni futuristiche di Londra e San Francisco nell'anno 2259. Visivamente lo spettacolo è garantito. 

4) Ironia a piene dosi

Ancora una volta la storia è stata scritta dagli sceneggiatori e produttori Robert Orci e Alex Kurtzman, insieme a Damon Lindelof. Ingrediente di cui il trio fa ampio uso è l'ironia, cesellata soprattutto per esplorare il rapporto "yin e yang" fra Kirk e Spock. Ma anche l'ingegnere Scott (Simon Pegg), il cui personaggio in questo episodio viene meglio delineato, è spesso fulcro della battuta. 

5) Leonard Nimoy, ancora lui

Anche in questo episodio lo Spock giovane scomoda il suo sé più adulto per avere risposte dal futuro. Seppure questo "spoiler" sul destino non sia proprio gradito, è sempre bello rivedere in scena l'essere con le orecchie a punta per eccellenza, l'attore della serie tv Leonard Nimoy, oggi ottantaduenne. 

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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