Colpi di fulmine, al cinema il non-cinepanettone di Neri Parenti
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Colpi di fulmine, al cinema il non-cinepanettone di Neri Parenti

Il regista si supera, per fortuna. Ricorre ancora a De Sica e ingaggia Lillo & Greg. La volgarità è più lontana, ma la comicità piena ancora non brilla

Il cinepanettone è morto. Ce ne faremo una ragione. Aurelio De Laurentiis lo aveva annunciato dopo l'insuccesso dello scorso anno, garantendo che nel prossimo film non ci sarebbero state più vacanze di Natale in qualche luogo esotico. La data d'uscita, in prossimità delle festività, sarebbe però stata mantenuta per tradizione.

"Allora cosa proporre per questo Natale di comicità abbastanza scontata ma d'appeal al botteghino?", si sarà chiesto Neri Parenti, al diciassettesimo film per il produttore campano, che invece tocca quota ventinovesima pellicola natalizia.

La risposta è Colpi di fulmine (dal 13 dicembre nelle sale), commedia che invece di intrecciare storie e personaggi si divide in due atti distinti e inneggia all'amore. Anche se il cinepanettone è morto, sì sì, non poteva però mancare Christian De Sica. E per la prima volta al cinema ecco anche il duo comico romano Lillo & Greg.

Nella prima parte troviamo De Sica nei panni di uno psichiatra accusato di evasione fiscale che cerca riparo fingendosi sacerdote in pieno Trentino. Ovviamente da buon prete non potrà che innamorarsi di Angela (Luisa Ranieri), che altrettanto ovviamente si rivela essere un maresciallo dei carabinieri, a cui è appena arrivata la foto segnaletica dell'evasore in fuga. Terribile a sentirsi, come perpetua don De Sica ha la povera Arisa, "costretta" a parlare pietosamente e stridulamente in stretto dialetto lucano. Il mimo di ZeligSimone Barbato è invece il sagrestano muto, spesso più inquietante che comico. "Sei un muto prolisso", lo stiletta De Sica.
La novità è che De Sica è innocente e non il solito bischero che ne combina di tutti i colori.

Il secondo episodio, seppur abbia elementi di maggiore originalità, a volte fa rimpiangere l'esuberante presenza scenica di De Sica, spesso ingombrante, talvolta ancora un po' volgare nonostante abbia cercato di raffinarsi, eppure almeno sempre capace di non far calare l'attenzione.
Dal Trentino, di cui è stato bello ammirare le vallate verdi e gli scorci di montagna, si passa a Roma. Qui c'è l'ambasciatore d'Italia per la Santa Sede Ermete Maria Grilli, ovvero Greg, al secolo Claudio Gregori. Estremamente posato, come il ruolo richiede, con un linguaggio alquanto curato e un po' demodé, l'ambasciatore sceglie come autista personale Ferdinando (Lillo, Pasquale Petrolo) grazie al suo stile serioso, al curriculum invidiabile e all'eccellente dizione francese. Ma in realtà Ferdinando, o meglio Nando, è un coatto. Proprio per questo però diventerà un ottimo aiutante per trasformare anche Ermete in un coatto e avvicinarlo all'oggetto del suo colpo di fulmine, la bella pescivendola popolana Adele, interpretata dalla brava Anna Foglietta, che ho preferito in vesti quasi drammatiche nell'apprezzabile L'amore è imperfetto. Mai colpo di fulmine è stato meno plausibile.

Lo script è davvero esile, firmato dallo stesso Parenti insieme al solito Alessandro Bencivenni, a Volfango De Biase e Tani Canevari, che cura anche la fotografia solare. De Sica, soprattutto, e Lillo & Greg riescono comunque a dargli una colonna vertebrale più consistente.

Ad alcune scene vincenti, come quella di De Sica che legge l'omelia sullo smartphone, ne seguono altre più infelici, vedi i cardinali che si curano il mal di schiena a suon di "corna, pacco e sedere" o la serenata di Greg con Roma, nun fa la stupida stasera. Se fa sorridere il motto secondo cui "per un romano il congiuntivo è veleno", è invece così evidentemente finta la pedalata in salita di Luisa Ranieri e socia (statica e per nulla affaticata).

La battuta migliore? Forse la replica della Foglietta a Greg. Questi fa una citazione dotta: "Come il motto di La Coubertin". Lei stupita: "Ma come? è morta la Bertè?".

Il cinepanettone è archiviato, per fortuna. Neri Parenti si supera, per fortuna. Però ancora le risate vere e piene, che fanno uscire dalla sala col volto sereno, non sono così numerose.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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