007 - Skyfall, James Bond al cinema: che spettacolo!
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007 - Skyfall, James Bond al cinema: che spettacolo!

Il 23° episodio sulla spia britannica è scoppiettate, ironico e zeppo di esaltanti richiami al passato. Sam Mendes non si smentisce. Bond invecchia ma il fascino è immutato

Che spettacolo! Occorre mutuare l'espressione pop del Valentino Rossi dei tempi migliori per definire a bruciapelo 007 - Skyfall, nuovo e ventitreesimo film della serie su James Bond nata dalla penna di Ian Fleming, dal 31 ottobre al cinema.

L'attesissimo episodio diretto da Sam Mendes è sorprendentemente perfetto (sì, certo, trascurando come sempre in caso di 007 la plausibilità di roboanti inseguimenti, duelli e strategie dei contendenti). "Sorprendentemente" perché Mendes ci ha abituati a ben altro genere di film, quali il provocatorio premio Oscar American Beauty o lo spietato ritratto di coppia di Revolutionary Road . E chissà, era il dubbio, come si sarebbe trovato con una storia d'azione, suspense e spionaggio.
Ma va da sé: chi ha talento e mestiere da debuttare alla regia subito con un film da Academy Award, sa anche cucinare lo 007 nella salsa migliore. Un po' piccante, fine e al contempo brutale, "rock" ed elegantemente beffardo.

Questa volta la serie su James Bond si supera: si guarda allo specchio, ben conscia dei suoi 50 anni al cinema (il 5 ottobre 1962 esordiva Agente 007 - Licenza di uccidere), e si prende giocosamente in giro. Si celebra con evidenti e divertenti richiami al passato, ma soprattutto sorride di se stessa, con arguzia che fa più di una volta scoppiare in risate.

Ormai M, viso di ghiaccio Judi Dench, è trattata dai più come una vecchia, soprattutto dalla new entry Ralph Fiennes, il nuovo direttore dell'Intelligence and Security Committee, che probabilmente rivedremo in prossimi film sulla spia britannica. Anche 007, per la terza volta interpretato dal palestrato e imperturbabile Daniel Craig, è percepito come attempato e fisicamente non più adeguato al ruolo. Be', effettivamente l'arte della resurrezione costa degli acciacchi.

"Una pistola e una radio: non è esattamente Natale", commenta Bond sardonico i gadget tecnologici ricevuti per la sua missione dal giovinetto Q (Ben Whishaw). "Cosa t'aspettavi, una penna esplosiva? Non la usiamo da un pezzo", replica il ragazzino.

Ma James Bond è James Bond, mito immortale, e come rimproverarlo se certe cose gli "piace farle alla vecchia maniera", come dice, tagliandosi la barba con rasoio a mano libera, alla collega Eve (Naomie Harris). Allusivo, ovviamente. Il fascino non invecchia.

Spassoso, scoppiettante, dall'inizio alla fine coinvolgente in ogni frame, Skyfall è l'essenza dei vari episodi su James Bond fin qui arrivati al cinema. Scene d'azione scenografiche? Presenti! Una subito ad apertura di film, in moto sui tetti del Gran Bazar di Istanbul e poi un corpo a corpo sopra un treno in corsa. Ragazze mozzafiato? Certo, su tutte l'effimera Bond girl Sévérine, ovvero Bérénice Marlohe. E poi ci sono ambientazioni esotiche, drink, la mitica Aston Martin DB5 e un temibile cattivo.

È Javier Bardem l'imprevedibile nemico che mette a serio rischio M, la sua credibilità nei servizi segreti e la sua vita. Ossigenatissimo e dalla faccia di gomma, letale quanto ridicolo, l'attore spagnolo è ancora una volta micidiale nei panni del malvagio (come lo era stato in Non è un paese per vecchi). Ma in un film scandito a pieno ritmo dall'ironia e dall'autoironia, non poteva che avere anche lui sfumature assolutamente spiritose.

La scena in cui fa delle avance omosessuali a Bond/Craig è stupenda. Com'è stupenda la replica di Bond, mai così alternativo, alla faccia delle vecchie maniere.

Infine, ma come quando si vuole lasciare per ultima la ciliegina e non certo un per di più, indimenticabile è la sigla iniziale: mare, abissi, tombe, specchi, sagome di Bond colpite da proiettili... Immagini si susseguono in un flusso di grande impatto visivo, rese ancor più indispensabili e capaci di trance emotiva dalla meravigliosa voce di Adele che canta Skyfall , canzone cucita apposta per 007. La congiunzione di musica e animazione crea quasi dipendenza e dura per qualche minuto. Assolutamente trasportata per un po' ho pensato: "se anche il film finisse così, senza quasi iniziare, forse ne rimarrei comunque appagata". Che spettacolo!

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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