La lingua bastarda di Lorenzomonfreg: a Berlino va di scena la poesia italiana senza radici

La lingua bastarda di Lorenzomonfreg: a Berlino va di scena la poesia italiana senza radici

“Perché ho intitolato il mio libro di poesia La lingua Bastarda? Ho una mamma tedesca e un papà napoletano emigrato in Francia. Sono nato a Firenze. ma cresciuto prima in Germania e poi in Liguria. Ed ora, dopo avere studiato …Leggi tutto

“Perché ho intitolato il mio libro di poesia La lingua Bastarda? Ho una mamma tedesca e un papà napoletano emigrato in Francia. Sono nato a Firenze. ma cresciuto prima in Germania e poi in Liguria. Ed ora, dopo avere studiato in Italia, vivo a Berlino e ogni giorno parlo almeno tre lingue, italiano, tedesco e inglese. Insomma, sono il frutto di un randagismo culturale che non poteva non riversarsi nelle mie poesie. Non solo nei contenuti, ma anche in qualche modo nella forma. E così la mia lingua bastarda è una lingua italiana, ma gioiosamente impura. E’ una lingua che voglio sempre far scappare in avanti”.

Lorenzomonfreg, 31 anni, non è un poeta “convenzionale”. Scrive, e molto. Di mattina si occupa di content marketing per un’azienda internazionale di base a Berlino, di sera si dedica alla poesia. “Lo faccio da quando ho 8 anni, Ho attraversato diverse fasi, ma non ho mai smesso. Da quando lavoro nelle strategie di creazione di contenuti marketing, poi, ho ricominciato a pieno ritmo principalmente la sera o di notte”. Il frutto di questi anni di lavoro è una raccolta di 67 poesie in parte già pubblicate sul suo blog, in parte inedite, tutto comunque scritte negli ultimi tre anni. L’ebook in tal senso aggiunge qualcosa che né la lettura su carta né su un monitor classico potrebbe dare: “Mi ha permesso di usare l’ipertesto in una forma che poche volte è stata utilizzata per la poesia. Si può dire sia l’habitat naturale per quel che scrivo. Anche da questa prospettiva si può dire che la lingua sia bastarda, non più solo analogica, ma gettata nel nuovo kaos dell’Era Internet, nelle irreversibili conseguenze di questo passaggio epocale”.

Le sue poesie hanno poco a che fare con l’amore, non almeno quello canonico raccontato con metafore sulla natura e rime alternate. “Se lo si trova nelle mie opere è in una forma radicalmente non romantica, ma materiale, propulsiva, come strumento di coscienza. E’ comunque difficile definirsi, credo a quanti dicono che chi scrive può benissimo non capire il significato della propria opera. Mi ispirano il tempo, i suoi trucchi e le sue dilatazioni, lo stato dei sentimenti comuni dell’uomo di fronte ad un’accelerazione tecnologica che li modula e spesso li incrina e, forse da un punto di vista ancora più personale, i comportamenti dei gruppi e delle comunità chiuse, fenomeni che ho sempre visto dall’esterno”

Il sesso è ora solo per chi si spacca le mani contro i muri
il sesso è ora solo per chi urla di nuovo la notte
è per me e te che strappiamo via la gioia
che la strappiamo via da questa cazzo di Storia

All’interno di questo insieme di suggestioni c’entra anche Berlino. “Scostato il velo più superficiale quello piacione e markettaro, da qui è possibile osservare l’Europa e le sue contraddizioni, e ciò che è oggigiorno il mondo contemporaneo nelle sue realtà più violentemente contingenti. Qui si vive ogni giorno a contatto con il paradosso di una città piena di storia che, al tempo stesso, sembra sempre rimanere all’anno zero, una capitale che si crogiola nel proprio eterno presente, che vive come se fosse eterna mentre la maggior parte dei suoi cittadini sono solo di passaggio”.

questa lingua che non mi vuole lasciare
questa lingua bastarda come il bastardo che sono.

La Lingua Bastarda – 67 poesie
di Lorenzomonfreg
goWare, 2013
2,99 euro
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Blog di Lorenzomonfreg

https://lorenzomonfreg.com/

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