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In queste ultime settimane c’è questo nuovo modo di scovare chi ha comprato o no dei followers fake ( ecco il link al programma Statuspeople.com grazie a @GraGrazer). La storia la sappiamo tutti ormai: paghi un tot e …Leggi tutto

 

In queste ultime settimane c’è questo nuovo modo di scovare chi ha comprato o no dei followers fake ( ecco il link al programma Statuspeople.com grazie a @GraGrazer).

La storia la sappiamo tutti ormai: paghi un tot e puoi avere dai 5000 ai 20000 ai 100000 profili finti che magicamente cominciano a seguirti. La motivazione è puramente di marketing immagino, cioè: usi twitter o facebook come vetrina, come specchio per le allodole per cercare di accaparrarti un qualsiasi lavoro o di trovare voti per la propria causa.

Per un occhio poco attento questa scorciatoia si chiama “barare”, può dare fastidio che ci sia chi ha più numeri di noi, cioè, più numeri in meno tempo.

Ma il problema qui è proprio il “più NUMERI”. Dal mio punto di vista se tu, per lavorare o darti un tono hai bisogno di comprare gente fantasma che ti segue, allora fai bene, nessuno ti pagherà mai perché hai tanti followers, ma forse ti pagheranno perché penseranno che sei bravo o brava a muovere masse, a fare numeri (sempre questi numeri che tornano), ti chiameranno perché crederanno che le tue idee valgono, che qualcuno ti sta a sentire, che puoi fare bene al marchio, o al partito, o all’evento.

E allora tu (tu nel senso di chi usufruisce del servizio) fai bene, investi su di te, prendi una scorciatoia e se ti va bene buon per te, se non sei in grado di mantenere alto il barlume di potere mediatico che hai acquistato allora se ne accorgeranno anche i tuoi datori di lavoro, e si ricomincerà da capo ma è un rischio al 50%, quindi ne vale la pena se non ti beccano. Non appoggio tutto questo vendi e compra, ma nemmeno mi ci faccio il sangue marcio, sarà noioso, ma io su twitter ci sto per leggere davvero chi seguo, o per scoprire qualcuno che mi segue, e sì, quando sono giù mi ci salvo il culo con i complimenti che ricevo da perfetti sconosciuti o da psicopatici, a volte. E’ un social network per Dio non un ufficio interinale.

Avere finti profili che ti seguono a molti probabilmente non servirebbe a nulla, ma se a qualcuno, qualcuno che lo ritiene importante serve, allora affari suoi. Sì, la curiosità di sapere che non tutta sta figaggine pervade alcuni utenti “famosi” di twitter può avere il sopravvento.

Quel magico programmino che scova i fake l’ho usato un po’ di volte in questi giorni e l’unica cosa che mi è venuta in mente pensando alla figuraccia ormai scoperta e irreversibile, è che fare i fighi perché si hanno dei numeri che poi vengono “scoperti” falsi non è da superuomini o superdonne (insomma Adam Levine non ce lo vedo a prendere la Visa platino per fare acquisti su twitter, anche se impegnandomi forse riesco ad immaginarmelo in mutande mentre butta la spazzatura), molti hanno usato questo metodo di reclutamento, ma di dirlo al mondo e di urlare allo scandalo me ne sbatto altamente, perché se scrivi una stronzata, che tu abbia 300 o 1000000 followers, per me rimani un pirla, politici compresi.

Magari l’unica accortezza da avere in questi casi è di essere un po’ umile o sforzarsi d’essere simpatici, almeno una volta smascherati non si sentirà gioire un popolino intero. Almeno.

 

CAMBIANDO DISCORSO

Domani, al Marabù ai Giardini Naxos in Sicilia, altre 2 finaliste di SheCanDj si sfideranno in consolle. Io vi avviso, è un evento più unico che raro, poi queste diventano famosissime e per vederle tocca seguirle all’estero.

RICAMBIANDO DISCORSO

Domani intervisterò una donna con le palle, si fa chiamare “La cozza” ma forse perché è certa non sia così. Non fatela arrabbiare perché difficilmente se lo terrà dentro il suo malumore e se tutto va come deve andare, presto la vedrete più spesso di quello che credete. Ma questo, per il momento, è un segreto.

A domani con BonnieLaCozza .

 

 

 

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Andrea Delogu

Disgrafica e di sinistra, abbiate pietà.

Nella mia biografia basterebbe scrivere che sono nata a Rimini per farvi capire che volente o nolente sono cresciuta con la musica da club o da discoteca.

Nei giorni in cui non andavo a ballare son riuscita a diventare cintura nera di Karate secondo Dan, scrivere e condurre un programma per Match Music dal titolo "A casa di Andrea", presentare il meglio di Sky, recitare in "Saturday Night Live" su Italia1, far parte di un gruppo musicale e cantare la colonna sonora dello spot Heineken USA, a recitare in alcuni cortometraggi, partecipare a diversi spot pubblicitari, ma soprattutto sono riuscita a convincere Panorama a darmi un Blog.

Chi è il matto tra i due? Prima che mi dimentichi: amante del rock, della buona e abbondante cucina, sostenitrice della piadina della Lella e degli strozzapreti del BarSole, malata di Twitter e tuttologa in pensione

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