Valentina Piccirillo: volevo fare la vocalist

Valentina Piccirillo: volevo fare la vocalist

Io l’ho conosciuta mentre rispondeva a due telefoni contemporaneamente, e mentre cercava di spiegare in coreano al presidente della Samsung che tutto stava andando per il meglio nell’evento di presentazione. Lei è Valentina, una ragazza che ha poco più di 30anni, …Leggi tutto

Io l’ho conosciuta mentre rispondeva a due telefoni contemporaneamente, e mentre cercava di spiegare in coreano al presidente della Samsung che tutto stava andando per il meglio nell’evento di presentazione. Lei è Valentina, una ragazza che ha poco più di 30anni, un’agenzia di comunicazione sulle spalle e poca voglia di perdere tempo se non può imparare qualcosa di nuovo.

Perché avresti voluto fare la vocalist, ma soprattutto, cosa fai nella vita?

Perché ti ho conosciuto e ti ho subito invidiata. Ma quanto vi divertite? A parte gli scherzi non so se ne avrei il coraggio, per quanto suppongo di avere abbastanza energia da trasmettere. Per ora lo faccio per la mia agenzia di comunicazione. Da brava milanese organizzo eventi, faccio cose, vedo gente.

Come organizzatrice di eventi che iter hai dovuto percorrere per arrivare  dove sei ora?

Ho studiato per fare l’insegnante di letteratura e poi mi sono ritrovata a fare la pr e gestire la direzione creativa di altre agenzie, e poi della mia. E’ andata così, certo mi sono fatta un mazzo e ho dovuto imparare ad ascoltare la gente più di quanto pensassi, ma alla fine il risultato è che mi piace il mio lavoro e per ora sembra piaccia anche a chi mi paga.

La crisi si è abbattuta anche sulle grandi aziende che non investono più in eventi e promozioni o per il momento almeno quel settore è salvo?

Gli ultimi 3 anni sono stati meravigliosamente complicati. La crisi si è abbattuta sulla mia vecchia agenzia e ci ha lasciato a piedi. Io e Veronica, (socia e amica) ci siamo messe a inventarci qualcosa, ci siamo chieste cosa non si doveva fare, e ora siamo qui che vediamo colossi del nostro settore crollare perché troppo costosi e clienti chiederci di inventarci tutto con niente. E’ uno stimolo impagabile e ci premia. La crisi c’è, si sente, ma alla fine io credo che bisogna viverla come opportunità e chi sarà in grado di andare oltre se stesso ne uscirà a testa alta e soddisfatto.

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Come si fa a distinguersi nel tuo campo?

Io credo che per distinguersi basta essere se stessi, onestamente, provare a portare nel lavoro la tua passione, la tua creatività, i tuoi valori. Bisogna guardarsi intorno, capire, osservare e fare esperienza di ogni momento. Aggiungici la flessibilità e un po’ di coraggio. Le persone che ammiro di più, collaboratori, clienti e colleghi, sono così.

Il tuo miglior progetto?

Ci sono tanti progetti che mi sono piaciuti, adesso sto lanciando un
nuovo orologio che fa sdraiare. E’ un orologio sul quale, oltre
all’ora puoi regolare un tuo countdown personale. Quei geniacci degli
inventori lo vendono regolato sulla fantomatica fine del mondo
prevista dai Maya, la gente o lo ama o lo odia e non vedo l’ora che
parta la campagna per vederne l’evoluzione.

Come vedi i club con occhio da cliente? E le figure che lo compongono: Dj, Pr, Vocalist, e Ballerini/e?

Io credo che il club sia una grandissima risorsa per un determinato tipo di cliente. E’ un luogo dove vivi il prodotto, dove puoi evocarne gli aspetti più emozionali attraverso queste figure aliene che sono i dj, i vocalist (voglio farlo!) e compagnia bella. E’ il luogo perfetto per un’ottima resa a poca spesa per dirla brutalmente. Arrivi ad un popolo che ha sete di stimoli e, per quanto mi riguarda, lavori divertendoti!

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In scala, nel tuo lavoro, quali sono i social più importanti?

Indubbiamente facebook per parlare con la gente, ti insinui in maniera
subdola nelle loro paginette e di riffa o di raffa se sei bravo,
riesci a fare conoscere il prodotto o il servizio. Per la mia
formazione personale, per conoscere i trend e essere aggiornati invece
linked-in. Twitter e’ diverso, immediato, schizofrenico, credo sia più
adatto per i personaggi, i blogger, gli scrittori…

Qual’è il tuo obiettivo nella vita, come ti vedi fra 20 anni?

Mi vedo a urlare “su le mani!” al Cocoricò, ovviamente.
Il mio obiettivo (oltre a rientrare nei jeans) è quello di realizzarmi
come persona e come professionista e arrivare tra 20 anni con il minor
numero di rimpianti all’attivo, una valigia sempre pronta e dei figli
che mi stimano.

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Chi consiglieresti di seguire su twitter?

Tutti quelli che non lo usano per essere dei cinici distruttivi petulanti, e ce ne sono parecchi! Io seguo quelli che mi fanno ridere e pensare, alcuni hanno dei nomi folli, li trovo fantastici. Ultimamente seguo con più attenzione Ralf, La Karse , Azael e ChiaraDiGiorno oltre che Snooki e Adam Levine ovviamente, anche se ultimamente mi è un po’ noia…

Sei felice?

Si, e anche se non lo sono vedo di esserlo, perché non mi manca nulla.

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Andrea Delogu

Disgrafica e di sinistra, abbiate pietà.

Nella mia biografia basterebbe scrivere che sono nata a Rimini per farvi capire che volente o nolente sono cresciuta con la musica da club o da discoteca.

Nei giorni in cui non andavo a ballare son riuscita a diventare cintura nera di Karate secondo Dan, scrivere e condurre un programma per Match Music dal titolo "A casa di Andrea", presentare il meglio di Sky, recitare in "Saturday Night Live" su Italia1, far parte di un gruppo musicale e cantare la colonna sonora dello spot Heineken USA, a recitare in alcuni cortometraggi, partecipare a diversi spot pubblicitari, ma soprattutto sono riuscita a convincere Panorama a darmi un Blog.

Chi è il matto tra i due? Prima che mi dimentichi: amante del rock, della buona e abbondante cucina, sostenitrice della piadina della Lella e degli strozzapreti del BarSole, malata di Twitter e tuttologa in pensione

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